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Il dott. Di Palma ha avuto modo, così, di chiacchierare con tre giovani su quanto sia importante la giustizia, quella che non si fonda solo sull’aspetto repressivo, ma anche e soprattutto sulla volontà di riconoscere l’altro: la persona!
Il perdono giunge così a sostegno della giustizia per diffondere culturalmente che è possibile risollevarsi e reinserirsi nella società anche dopo aver commesso un’azione riprovevole e dopo aver scontato la giusta pena.
Non sarà poi una mezz’oretta trascorsa al bar a chiarire dove affondano le radici di quel particolare cancro chiamato “’ndrangheta”…ma senz’altro è un’occasione per riportare alla memoria che c’è una lotta in corso…e che la terapia necessita di una buona dose di sradicamento di “pensiero marcio” e di un “trapianto di cultura” volto, con forza, a far vivere onestamente uno spazio che, in occasione prima puntata, abbiamo definito “bene comune”: bene di una collettività viva e di generazioni a venire.
Il tempo vola…il caffè finisce e i rimasugli sul fondo si freddano. A rimanere calda è però la voglia di giustizia e di riscatto delle giovani generazioni!
Giorgio Sottilotta