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Nata a Catona, cresciuta in una famiglia religiosa, sin da piccola sentì la forte chiamata alla consacrazione a Dio che si presentò “come un sussurro” nella notte di Natale del 1897 (all’età di 33 anni) durante la processione di Gesù bambino.
Non parlando con nessuno dei suoi sentimenti la notte stessa ebbe una visione di Maria Immacolata che le confermò quanto nel suo animo aveva già sentito e lo fece con le parole “se tu non verrai altre non verranno”.
Raccontato l’accaduto al suo confessore mons. Domenico Scopelliti, questo gli consigliò umiltà e preghiera per capire davvero cosa il Signore le chiedesse e un mese dopo l’arcivescovo di Reggio Calabria, il cardinale Gennaro Portanova, la mandò a chiamare e gli confermò le richieste della Madonna.
Così, la cosa venne approfondita e infine, il 6 novembre 1898, lei e otto sue compagne che volevano consacrarsi a Dio, lasciarono le loro case e con il permesso dell’autorità ecclesiastica si unirono in una “famiglia religiosa”, l’Istituto delle Figlie di Maria Immacolata e il 6 gennaio 1989 suor Brigida Postorino pronunciò i suoi primi voti e le altre sorelle presero l’abito religioso come novizie.
Oggi, a distanza di oltre mezzo secolo, il nostro vescovo Morosini traccia il profilo di suor Brigida durante l’omelia del 19 novembre in Cattedrale.
Il Presule ricorda come “i santi hanno interpretato la parola di Dio nel momento storico in cui vivevano”.
Per questo, guardando la figura di questa grande donna – continua Morosini – anche noi dobbiamo avere il coraggio del martirio nella nostra quotidianità e suor Brigida, prima di essere santa nella sua consacrazione, è stata donna nella sua quotidianità.
Quando rientrava a casa e si confrontava con situazioni di miseria, di degrado e di povertà, non rimaneva inerme, ma si lasciava interrogare dal Vangelo.
“Cosa posso fare – si diceva”.
Ecco perché fondò una scuola per poter aiutare chi era in difficoltà. Suor Brigida ha saputo leggere “i segni de tempi” – dice il Vescovo – e ha vissuto gli avvenimenti della vita lasciandosi interrogare dalla realtà circostante alla luce del vangelo.
L’altro grande esempio di questa santa è il confronto costante che aveva con la sua guida spirituale.
Dio benedica le Immacolatine e il suo Istituto – afferma S.E. Mons Morosini a conclusione della sua omelia.
Una benedizione che possa raggiungere le Figlie di Maria Immacolata perché seguano sempre l’insegnamento della loro santa fondatrice che scriveva nelle costituzioni: “Bisogna dare a Cristo il cuore e il braccio e mancherebbe allo scopo dell’Istituto chi volesse dare l’uno senza l’altro.
L’orazione con la vita interiore sia il cuore; le occupazioni esteriori, gli uffici di carità e di misericordia da esercitarsi quotidianamente con la gioventù, siano il braccio.
Perciò il motto dell’Istituto sarà tutto in Dio”.