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Un’occasione di importante riflessione ecumenica nel cammino verso l’unità dei cristiani.
Il convegno regionale dopo i saluti di S.E. Mons. Vincenzo Bertolone, Arcivescovo Metropolita di Catanzaro – Squillace e Presidente della Conferenza Episcopale Calabra è seguita l’introduzione di S.E. Mons. Donato Oliverio, Vescovo di Lungro degli Italo Albanesi dell’Italia Continentale e Presidente della Commissione, il quale dopo aver ringraziato i presenti così numerosi e provenienti dalle diverse diocesi della Calabria, ha sottolineato come la Chiesa, nonostante le inevitabili difficoltà di cui si è sovente spettatori, ha fatto del dialogo una scelta irreversibile, proprio a partire dalla Nostra Aetate e ha ribadito più volte la sua vocazione insopprimibile e irrinunciabile al dialogo.
In esso riconosce i segni dell’antico colloquium che Dio mantiene con l’umanità; per suo tramite promuove l’unità e la fraternità tra i popoli, con la graduale pedagogia e la pazienza che sono di Dio, ma lasciandosi anche interrogare dalla fede degli altri.
È significativo che la Chiesa calabrese sia in armonia e si muova in tal senso, grazie alla presenza dell’Eparchia di Lungro, che le permette un pieno respiro a due polmoni tra la chiesa d’oriente e la chiesa d’occidente e muova i passi verso la speranza di una possibile unità visibile dei cristiani a compimento della parola del Signore Gesù Cristo: «…che siano uno!».
A relazionare sono stati per la Chiesa ortodossa, il prof. Elpidophoros Lambriniadis, Metropolita di Bursa, Igumeno del Monastero Patriarcale e Stavropigiaco Santa Trinità di Chalki, figura di grande importanza nel Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli che giunge in Calabria con la benedizione di Sua Santità il Patriarca Bartolomeo e per la Chiesa cattolica il prof. Riccardo Burigana, Direttore del Centro Studi per l’Ecumenismo di Venezia.
I lavori sono stati coordinati dal segretario della Commissione, prof. Enzo Petrolino.
Mons. Elpidophoros Lambriniadis ha messo in risalto l’importanza e l’attenzione che il patriarcato di Costantinopoli riserva alla Chiesa bizantina italo greca degli albanesi presenti nell’Italia meridionale.
Essa, ha detto mons. Elpidophoros, è “una risorsa ed un ponte fra le due Chiese Sorelle di oriente e occidente, per il raggiungimento della piena comunione”. La chiesa bizantina nell’Italia meridionale non può considerarsi, in senso dispregiativo, “uniata” perché ha conservato nei secoli, finché ha potuto, la sua comunione con Costantinopoli sua chiesa madre, finché ha trovato felicemente la sua paternità nella Chiesa di Roma.
Un aiuto a superare le difficoltà incontrate dal dialogo teologico è certamente rappresentato dall’intensificarsi del dialogo della carità che continua a costituire il “motore propulsore” dello sviluppo delle relazioni tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa.
Insieme alle molteplici occasioni di contatto tra cattolici ed ortodossi, quali convegni, visite, scambi epistolari e di delegazione, che rappresentano una realtà ormai consolidatasi nel corso degli anni, il 2014 è stato positivamente segnato da ben tre incontri tra Papa Francesco e il Patriarca ecumenico Bartolomeo.
Il primo si è tenuto nei giorni 25 e 26 maggio, quando il Pontefice e il Patriarca si sono recati in pellegrinaggio a Gerusalemme, per commemorare il cinquantesimo anniversario degli storici incontri tra Paolo VI e Atenagora.
Il secondo incontro si è tenuto in occasione della visita di Bartolomeo a Roma per partecipare, su invito di Francesco, all’invocazione per la pace, con la presenza del presidente dello Stato di Israele, Shimon Peres, e del presidente palestinese, Mahmoud Abbas, che ha avuto luogo domenica 8 giugno nei Giardini vaticani.
Il Papa e il Patriarca si sono nuovamente incontrati nei giorni 29 e 30 novembre, quando il Santo Padre, rispondendo all’invito di Bartolomeo, ha fatto visita al Phanar (Istanbul), per partecipare alle celebrazioni per la festa di sant’Andrea, patrono del Patriarcato ecumenico.
È il mondo di oggi a richiedere alle due chiese – quasi due miliardi di fedeli insieme, sparsi in tutti i continenti – di vivere fino in fondo l’essere discepoli di Gesù: la voce dei poveri, delle vittime dei conflitti, dei giovani senza lavoro e degli sfiduciati.
Enzo Petrolino