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Soccorso, i giovanissimi ‘studiano’ carità

I giovanissimi del Soccorso a casa Gullì

La riunione ha avuto luogo intorno ad un tavolino e le parole, anche se con un po’ di fatica iniziavano a volare per la stanza, infatti sono bastati qualche battuta e molti sorrisi a far si che l’atmosfera fosse già più calda, niente più imbarazzo e niente più timidezza, erano tutti pronti a dar inizio a quello che li aspettava. I protagonisti indiscussi della giornata sono stati proprio i ragazzi di Casa Gullì, i quali hanno raccontato la loro storia, la loro vita all’interno della casa, quello che amano fare e quello che invece no.fattoria dietro casa, un lavoro di cui tutti ne vanno fieri, infatti non è mancato il tour tra gli animali. La sera tutti insieme hanno sorseggiato una tazza di the, vicini l’un l’altro, guardandosi negli occhi, ridendo a più non posso, intonando canzoni a squarciagola e suonando finti pianoforti ed è proprio in quel momento che i loro cuori si sono incontrati e i loro occhi si sono incrociati.Tornando a casa, tutti i ragazzi hanno raccontato alle proprie famiglie con il cuore in gola l’esperienza vissuta e di quanto quelle poche ore insieme siano servite a capire che l’esclusione può ferire e che la diversità tanto diversità non è, perché stando con Giuseppe,Totò, Ciccio, Sara, Giusy e Umberto hanno capito quanto siano uguali, quanto le nostre emozioni, i nostri intenti e i nostri pensieri siano gli stessi, perchè l’importante è tenere i cuori aperti. Nessuno escluso, mai!
Un hobby comune riscontrato è la gestione della piccola fattoria dietro casa, un lavoro di cui tutti ne vanno fieri, infatti non è mancato il tour tra gli animali. La sera tutti insieme hanno sorseggiato una tazza di the, vicini l’un l’altro, guardandosi negli occhi, ridendo a più non posso, intonando canzoni a squarciagola e suonando finti pianoforti ed è proprio in quel momento che i loro cuori si sono incontrati e i loro occhi si sono incrociati.Tornando a casa, tutti i ragazzi hanno raccontato alle proprie famiglie con il cuore in gola l’esperienza vissuta e di quanto quelle poche ore insieme siano servite a capire che l’esclusione può ferire e che la diversità tanto diversità non è, perché stando con Giuseppe,Totò, Ciccio, Sara, Giusy e Umberto hanno capito quanto siano uguali, quanto le nostre emozioni, i nostri intenti e i nostri pensieri siano gli stessi, perchè l’importante è tenere i cuori aperti. Nessuno escluso, mai!

Rebecca Sapone