Desiderio di sinergia e ricerca di collaborazione emergono, dal presente studio, quali pilastri indispensabili dell’attività dei Centri d’Ascolto, la cui importanza «si nota ancora di più se si prova a guardare oltre l’immediato soddisfacimento – pur importantissimo – dei bisogni materiali dei beneficiari, immaginando la creazione di network di e tra “poveri” che si aiutano tra loro». Altra caratteristica rilevante del lavoro effettuato si individua nel far seguire all’osservazione dei dati raccolti, concrete proposte finalizzate ad affrontare – non meramente sotto l’aspetto coercitivo – le criticità rilevate: «Come testimoniano alcuni operatori, bisogna garantire la sicurezza interna, nei singoli Centri d’Ascolto; infatti, l’elevato numero di richiedenti, le loro storie personali ed i loro vissuti, nonché sentimenti di esasperazione generale potrebbero rischiare in determinati contesti, di degenerare in situazioni di violenza, che si dovrebbe cercare di evitare.
A tal fine sembra utile proporre un incremento, nei limiti del possibile, del numero dei volontari uomini, oppure di pensare di creare delle figure ad hoc, opportunamente formate, con funzioni di vigilanza e di pronto intervento, in caso di necessità ». La vasta e variegata panoramica osservata, vista la straordinaria opera di accoglienza ed assistenza attuata dalla Caritas diocesana, include anche molteplici ambiti e fasce di età delle persone considerate.
In merito a quest’ultimo aspetto si rileva: «Nel biennio considerato, la fascia d’età maggiormente coinvolta nella richiesta di intervento da parte dei Centri d’Ascolto è quella compresa tra i 19 e i 64 anni ». In ultimo è necessario, porre l’accento su di una formidabile risorsa, emergente da queste pagine, che caratterizza l’identità e conseguentemente l’attività dei Centri d’Ascolto elencati, ovvero la loro poliedricità. Tale particolarità si esprime nella storia, nelle caratteristiche, negli scopi specifici dei singoli “Centri” tutti accomunati però dall’efficace monito di Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) emergente dal paragrafo conclusivo, di un elaborato che per l’alchimia tra scientificità e chiarezza di linguaggio è destinato ad esser proposto come strumento imprescindibile. Così la citata vergine e martire, filosofa carmelitana, compatrona d’Europa: «La misura in cui ami l’uomo è la misura in cui ami Dio».