Il borgo collinare di Santa Venere si prepara a celebrare un importante anniversario: l’apertura al culto della propria chiesa intitolata alla Santa Croce.
1974-2024. Sono passati esattamente 50 anni da quando è stato aperto al culto l’edificio sacro intitolato alla Santa Croce. La comunità di Santa Venere si appresta a ricordare quell’evento con un ricco programma di celebrazioni che prenderanno il via domenica 18 agosto.
50° anniversario chiesa di Santa Venere, il programma delle celebrazioni
In occasione della prima giornata di festeggiamenti (18 agosto), ci sarà un incontro, alle 16:30, con i volontari che hanno costruito la chiesa di Santa Venere 50 anni fa. Condivideranno le loro testimonianze anche con quanti all’epoca non erano ancora nati. Subito dopo questo momento, ci sarà la celebrazione della Santa Messa alle 18.
L’altro momento di celebrazioni è venerdì 23 agosto. Alle 17.30 prenderà il via la Veglia e l’adorazione della Croce. Il giorno successivo, sabato 24 agosto alle 10.30 ci sarà la Solenne celebrazione eucaristica con la presenza delle suore di Maria Bambina e dei sacerdoti che negli ultimi 50 anni hanno servito la comunità parrocchiale di Santa Venere.
La celebrazione con il vescovo Morrone
Il momento clou delle celebrazioni è domenica 25 agosto. Due, in particolare, i momenti previsti: alle 10.30 la Santa Messa presieduta dall’arcivescovo di Reggio Calabria – Bova, monsignor Fortunato Morrone e, nel pomeriggio, alle 16.30 il Giro della Santa Croce.
La costruzione della Chiesa: un esercizio di partecipazione ecclesiale
La parrocchia di Santa Venere che si appresta a vivere questo importante anniversario è stata istituita dall’arcivescovo del tempo, monsignor Giovanni Ferro. La storia della costruzione della chiesa è raccontata nel libro del professor Giovanni Marcianò Il Sapore della Condivisione, presentato dieci anni fa proprio in occasione del 40° anniversario di quell’evento. Una straordinaria storia di partecipazione ecclesiale condivisa, animata e partecipata da circa 400 giovani volontari provenienti dalle parrocchie della città, sostenuta dai muratori del centro aspromontano che l’entusiasmo e l’inesperienza giovanile hanno tradotto in concreta realizzazione.
A guidarli c’era un sacerdote, don Lillo Spinelli, indimenticato guida ed educatore di giovani, instancabile ed appassionato animatore di una traduzione in pratica del mettere a servizio una formazione cristiana che apre alla solidarietà umana e cristiana. Don Lillo stesso diceva appunto che «la storia di Santa Venere è una storia di fatti e non di parole».
Tra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta, in un clima di dopo Concilio e di contestazione giovanile, il sessantotto, matura una straordinaria avventura, povera di risorse, ma ricca di entusiasmo giovanile, quella dei campi estivi di lavoro, che in quattro anni, tra alterne vicende, ha consegnato agli abitanti del centro aspromontano un edificio che in seguito è stato ulteriormente arricchito e potenziato con le opere parrocchiali di servizio alla comunità.
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