Un accordo che punta a costruire una rete istituzionale che sia in grado di incentivare la formazione di nuove start–up, attraverso la valorizzazione del patrimonio rurale dell’arcidiocesi e del Comune che è stato reso fruibile dai giovani che saranno destinatari della misura. Si tratta di terreni che, talvolta utilizzati da chi non possedeva titoli, sono stati recuperati e inseriti all’interno della cosiddetta “banca delle terre abbandonate e incolte”. Il progetto prevede «un finanziamento, che sarà “coperto” dal decreto Mezzogiorno (Legge 91/2017), di cinquanta mila euro, cumulabile per non oltre quattro persone – specifica in apertura Saverio Anghelone, assessore alle Politiche Giovanili – per un importo massimo di 200mila euro, dei quali il 35% a fondo perduto e il 65% da stornare in otto anni». Un’opportunità rivolta sia ai giovani reggini, dai 18 ai 35 anni, che vivono sul territorio che a coloro che hanno lasciato la propria terra e intendo ritornare, purché l’impresa sia costituita e operi a Reggio Calabria. Il Comune e l’Arcidiocesi, pertanto, non si limitano a fornire un patrocinio morale, ma mettono a disposizione terreni abbandonati a favore di progetti che saranno sottoposti alla valutazione di Invitalia. Il monitoraggio delle terre sarà assicurato proprio dal Dipartimento di Agraria la cui missione, esordisce la professoressa Maria Rosaria Panuccio, intervenuta in rappresentanza dell’ente, è «fornire quelle competenze scientifiche in grado di delineare professionalità e favorire occasioni in cui i giovani possano spendere tali professionalità sul territorio». L’assistenza dell’Ateneo sarà concretizzata attraverso aiuti gratuiti diretti al recupero della fertilità e delle coltivazioni, nonché alla consulenza tecnica.
Sul rapporto tra le istituzioni si è soffermato don Ernesto Malvi, intervenuto in rappresentanza dell’istituto per il Sostentamento del Clero, che ha sottolineato come la sfida odierna sia quella di dare dignità al lavoro e alle persone. Secondo il sacerdote reggino, «l’impegno della Chiesa in ambito sociale deve essere rivolto in all’accoglienza, a quella formazione che accompagni i giovani a sviluppare la propria creatività lavorativa e alla produzione che suggerisce la necessità di mettere al centro il progetto e la volontà di realizzarlo».
Il comune fornirà gli aiuti e l’assistenza necessaria, anche sotto il profilo burocratico e procedurale, ha assicurato in chiusura Carmela Stracuzza, dirigente del settore politiche giovanili, che ha sottolineato come il comune di Reggio «sia stato il primo a effettuare una ricognizione dei terreni cosi sistematica». In base a quanto previsto, i prossimi passi consisteranno nell’attivazione ad Arghillà di un sportello comunale diretto all’assistenza generale.