Il 22 dicembre è una data legata al cuore della Chiesa reggina-bovese. Ricorre, infatti, l’anniversario dell’ordinazione sacerdotale di monsignor Andrea Cassone, figura indimenticata e amata per la sua testimonianza di fede, umiltà e servizio alla comunità.
Andrea Cassone: vescovo umile, a servizio della Chiesa e del prossimo
Ordinato sacerdote nel 1951, il vescovo Cassone ha incarnato per decenni i valori più autentici della missione presbiterale e episcopale, lasciando un’impronta indelebile nella Chiesa calabrese. Nato il 29 aprile 1929 a Cannitello, frazione di Villa San Giovanni, monsignor Andrea Cassone ha vissuto la sua vocazione con uno stile discreto ma incisivo. I suoi primi passi da sacerdote lo hanno visto impegnato come presidente del Tribunale ecclesiastico e vicario generale dell’arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova. Sin dagli inizi, ha manifestato quella che sarebbe stata una costante del suo ministero: l’umiltà nel servizio e la gioia di donarsi agli altri.
Una data importante legata alla sua storia personale e al servizio della Chiesa e del prossimo è il 26 marzo 1992, quando Papa Giovanni Paolo II lo nomina arcivescovo di Rossano-Cariati. La consacrazione episcopale avviene il 9 maggio dello stesso anno, per mano di monsignor Vittorio Luigi Mondello, arcivescovo metropolita di Reggio Calabria-Bova, diocesi di origine di Cassone. Da allora, monsignor Cassone guida la Chiesa rossanese-cariatese per 14 anni, fino al 6 maggio 2006, quando presenta le sue dimissioni per raggiunti limiti di età, a 77 anni. Gli succederà un altro reggino, monsignor Santo Marcianò.
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Quattordici anni di episcopato che hanno segnato la storia ecclesiale di quella terra, ma che hanno anche rafforzato il legame di Cassone con la sua Chiesa di origine. Era infatti frequente vederlo tornare a Reggio Calabria, dove non ha mai interrotto i rapporti di amicizia e fraternità con sacerdoti e laici.
Il contributo per l’avvio della processo diocesano della causa di Beatificazione di monsignor Ferro
Monsignor Cassone è tra i quattro arcivescovi del clero reggino che sottoscrissero nel 2008 la lettera da cui ebbe impulso l’avvio del processo diocesano della causa di beatificazione e canonizzazione di monsignor Giovanni Ferro, decretato dall’arcivescovo del tempo, monsignor Vittorio Mondello.
Tra i sottoscrittori, oltre a monsignor Cassone, c’erano anche monsignor Giuseppe Agostino (emerito di Cosenza-Bisignano, già vicario generale di Ferro), monsignor Salvatore Nunnari (all’epoca arcivescovo metropolita di Cosenza-Bisignano) e monsignor Santo Marcianò (in quel periodo arcivescovo di Rossano-Cariati). Del tribunale che si insediò ufficialmente il 21 maggio del 2008, fu nominato come giudice proprio monsignor Cassone.
Pastore tenace nell’amicizia e negli intenti
Monsignor Andrea Cassone è ricordato come un pastore «tenace nell’amicizia e negli intenti», un presbitero e un vescovo che ha saputo educare numerose generazioni al servizio e al civismo, al cristianesimo silenzioso e operoso. La sua eredità spirituale risiede proprio nella semplicità del suo messaggio e nella coerenza del suo esempio.
La sua scomparsa avvenuta il 12 aprile 2010, a Scilla, presso la “Casa della Carità”, ha lasciato un vuoto, ma ha anche rafforzato la memoria di un pastore che ha saputo incarnare, in modo esemplare, il significato più profondo della chiamata sacerdotale: essere segno della presenza di Dio tra gli uomini.
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