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Reggio Calabria abbraccia il nuovo arcivescovo Morrone: «Aiutatemi a essere collaboratore della vostra gioia»

«Aiutatemi a non spadroneggiare sulla vostra fede, ma ad essere autentico servitore e collaboratore della vostra unica gioia, Cristo Gesù». Ha la voce carica di emozione monsignor Fortunato Morrone quando parafrasa il motto scelto per il ministero episcopale (Adiutores Gaudii Vestri): il nuovo arcivescovo di Reggio Calabria – Bova ha ricevuto l’abbraccio della comunità diocesana in occasione del suo ingresso solenne di oggi. Nonostante le limitazioni dovute al contenimento epidemiologico da Covid-19, i sentimenti di gratitudine al Signore sono rimasti immutati.
La Basilica Cattedrale di Reggio Calabria ha presto esaurito il numero dei posti a disposizione. Tanti i fedeli che hanno voluto progere il loro benvenuto al nuovo pastore. Tra loro anche le Autorità civili, politiche e militari che – dopo il saluto a Palazzo Alvaro – si sono riversati al Duomo per partecipare alla santa messa. Presente anche una nutrita delegazione dal territorio di Crotone-Santa Severina, diocesi di provenienza di monsignor Morrone.
Chi non ce l’ha fatta, però, ha potuto vivere le emozioni grazie alla diretta dalla Cattedrale predisposta dall’Avvenire di Calabria (clicca qui per rivedere la celebrazione) che ha consentito, anche ai reggini emigrati, di gustare la bellezza dell’incontro con l’arcivescovo Fortunato.

Di buon mattino, monsignor Morrone ha voluto affidare il suo ministero episcopale in riva allo Stretto alla Madonna della Consolazione, patrona della Chiesa reggino bovese.
L’ingresso solenne nell’arcidiocesi è iniziato fuori dalla Basilica Cattedrale dove l’arcivescovo Morrone, tolta la mitra, ha baciato il Crocifisso sorretto dalle mani del Decano del Capitolo metropolitano, monsignor Antonino Denisi.
Il rito della presa di possesso canonico – presieduto inizialmente da monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, nelle vesti di amministratore apostolico fino al dono del Pastorale – è stato altamente suggestivo, anche per via dell’estram cura in ogni suo dettaglio dall’Ufficio liturgico diocesano, diretto da don Nicola Casuscelli.

Una volta giunto nel seggio predisposto nel presbiterio, monsignor Morrone ha ascoltato il saluto che il delegato ad Omnia dell’arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova, monsignor Salvatore Santoro, gli ha rivolto a nome della comunità diocesana. «È proprio nello stupore grato e benedicente di tanta bontà, che le consegniamo il nostro primo benvenuto», ha detto monsignor Santoro, «Si senta accolto così dai suoi preti, dai laici, dalle religiose, religiosi, diaconi, seminaristi, dalle autorità governative, civili e militari (che ringrazio per la loro amabile presenza in questa basilica cattedrale), da noi tutti, popolo santo di Dio da oggi affidato al suo cuore ed alle sue cure». Ha aggiunto il delegato ad Omnia: «Le chiediamo di confermarci in una fede che si nutra essenzialmente di comunione, per poter diventare strumento efficace di evangelizzazione». «Conti su di noi e ci sappia, tutti, pronti a rimetterci in cammino, assieme a lei ed in ascolto di quanto ci indicherà, perché – ha concluso Santoro – “la gioia del Signore sia in noi, e la nostra gioia sia piena”».

Dopo la fine del saluto di monsignor Santoro, il cancelliere della Curia arcivescovile, don Francesco Velonà, ha dato lettura della Lettera apostolica di papa Francesco con la quale il Santo Padre ha nomina monsignor Fortunato Morrone come arcivescovo metropolita dell’arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova. A questo punto, l’arcivescovo emerito, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini ha annunciato all’assemblea l’insediamento del nuovo arcivescovo Metropolita di Reggio Calabria-Bova consegnando il Pastorale nelle mani di monsignor Fortunato Morrone, il quale è salito alla cattedra. Durante il canto Christus vincit intonato dal coro della Cattedrale, i rappresentanti del clero, dei religiosi, delle religiose e del laicato sono salite alla cattedra per rendere riverenza al nuovo arcivescovo.

I profeti Isaia (Is 61,9-11) e Samuele (Sam 2,1.4-8) e l’apostolo Paolo (Cor 5,14-21), fondatore dell’arcidiocesi reggina, hanno “accompagnato” la liturgia della Parola fino alla proclamazione del Vangelo secondo Luca (Lc 17,5-10). Dopo l’ascolto delle letture, monsignor Morrone ha letto l’omelia (clicca qui per leggere la versione integrale) dalla cattedra: «Mi sento a casa, con voi, uno di voi, in questa bellissima e maestosa cattedrale, quasi architettonicamente custoditi perché possiamo gustare e celebrare, in questa santa liturgia, il mistero della fede: l’annuncio gioioso, la bella e insuperabile notizia che in Gesù siamo tutti, nessuno escluso, amati da morire». E ancora: «La gioia di appartenere al Signore senza alcun merito, divampata nel cuore di San Paolo lo ha spinto a portare la lieta novella di Cristo sino ai confini della terra. Questa Chiesa non è forse figlia di questo fuoco paolino generato dello Spirito?».
Nel corso dell’omelia, Morrone ha aggiunto: «Abbiamo una grande eredità: non mortifichiamo la fiamma di questa fede che ha già spostato in questa diocesi le montagne. San Gaetano Catanoso, monsignor Giovanni Ferro, don Domenico Farias, Maria Mariotti, don Italo Calabrò, Franca Maggioni Sesti, suor Antonietta Castelliti, per citarne alcuni, non sono forse scintille di questo fuoco dello Spirito che come luce gentile ancora ci guida e rischiara il nostro cammino e ci sollecita ad osare di più dietro Gesù?». Spiega l’arcivescovo di Reggio – Bova: «La fede di questi testimoni è stata convincente e generativa perché sull’esempio luminoso della Vergine Maria, hanno posto il loro umano humus a totale servizio del Signore ben consapevoli che in loro, come in Maria, l’Onnipotente avrebbe operato grandi cose». Poi la conclusione del presule pitagorico: «Coraggio popolo santo, chiesa di Dio in Reggio Bova, facciamo tesoro di tanta ricchezza, orgogliosamente responsabili di tanta bellezza, per essere anche noi concreta benedizione per tutti, nessuno escluso. Aiutatemi, pertanto, a non spadroneggiare sulla vostra fede, ma ad essere autentico servitore e collaboratore della vostra unica gioia, Cristo Gesù».

La celebrazione eucaristica è continuata in un clima mistico caratterizzata dalla preghiera dei sacerdoti, delle religiose e dei religiosi e dei fedeli laici confluiti in Cattedrale. Dopo la benedizione finale, una volta sottoscritto l’atto letto dal Cancelliere Velonà, monsignor Morrone è passato in processione tra i banchi per benedire e salutare i presenti.