L’arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova celebra la Giornata dei missionari martiri con una tre giorni di preghiera e riflessione per ricordare il sacrificio di tanti testimoni, uomini e donne, religiosi e laici, che hanno sacrificato la propria vita per l’annuncio del Vangelo e il servizio ai più bisognosi.
Missionari martiri, a Reggio Calabria tre giorni di preghiera e riflessione su missione e servizio
Il Santuario Giubilare della Grazia di Gallico Superiore si prepara a vivere tre giorni di spiritualità con la Primavera Missionaria, ciclo di incontri che si terrà dal 24 al 26 marzo in occasione della 33ª Giornata dei Missionari Martiri.
L’iniziativa è promossa dal Centro diocesano missionario diretto da don Yves Pascal Nyemb insieme a padre Franco Saraceno, Rettore del Santuario, in collaborazione con i confratelli della zona pastorale di Gallico. Offrirà momenti di preghiera e riflessione per ricordare il sacrificio di tanti testimoni della fede.
Il programma
Il primo giorno, domani lunedì 24 marzo, è dedicato ai Missionari Martiri. Subito dopo l’Adorazione Eucaristica alle 16, ci sarà la Messa presieduta dai missionari saveriani alle 17.
Il 25 marzo, solennità dell’Annunciazione del Signore, sarà dedicato alla figura di padre Aurelio Cannizzaro, missionario saveriano che ha vissuto buona parte della sua missione proprio nel territorio di Gallico, da rettore del Santuario della Madonna della Grazia, fondando il Parco della Mondialità. Alle 16 si terrà, infine, un’Adorazione Vocazionale, seguita dalla Santa Messa delle 17.
L’ultimo giorno, il 26 marzo sarà dedicato interamente al fondatore del Parco della Mondialità. Alle 15.30 verrà intitolata a padre Aurelio Cannizzaro una strada di Gallico. Alle 16 si pregherà con il Rosario Missionario. Infine alle 17 ci sarà la Messa presieduta dall’arcivescovo Fortunato Morrone, subito dopo la quale si rifletterà su “L’eredità di Padre Aurelio”.
La primavera missionaria a Reggio Calabria accompagnata dal motto di padre Aurelio Cannizzaro
Su tre ettari di terreno accidentato della fiumara San Biagio di Gallico, padre Aurelio Cannizzaro costruisce quello che viene chiamato, non a caso, «Parco della Mondialità». In prossimità dell’ingresso, ancora oggi, una pergamena spiega: «Mondialità è uscire dal chiuso dell’Io per ritrovarsi in Dio, Amore per tutto l’Uomo, per tutti gli Uomini, per tutti i Viventi, per tutte le Cose».
Questo motto accompagnerà la tre giorni missionaria reggina. «Oltre ad essere messaggio per ogni visitatore», è una frase che anima «tutti e tutto al senso missionario della vita», la spiegazione dello stesso padre Aurelio, e che si ricollega al tema della 33ª Giornata dei missionari martiri.
Perché la Giornata dei Missionari Martiri
Il 24 marzo si celebra la 33ª Giornata dei missionari martiri. La data scelta ha un valore speciale: quel giorno, ricorre la memoria liturgica di Sant’ Oscar Arnulfo Romero, Arcivescovo metropolita di San Salvador, che il 24 marzo 1980 venne ucciso mentre celebrava la Messa.
La giornata ricorda tutti i cattolici coinvolti in qualche modo nelle opere pastorali e nelle attività ecclesiali morti in modo violento, anche se non propriamente “in odio alla fede”. Per questo il dossier preferisce non usare il termine “martiri”, se non nel suo significato letterale di “testimoni”, per non entrare in merito al giudizio che la Chiesa potrà eventualmente dare su alcuni di essi attraverso i processi di canonizzazione.
Il tema: «Andate e invitate»
Il tema scelto da Missio Giovani, che ogni anni propone materiale e spunti di riflessione è «Andate e invitate», in riferimento al brano del Vangelo di Matteo che ha fatto da filo conduttore durante l’Ottobre Missionario. Nella parabola raccontata da Gesù, questo rappresenta un comando che il re dà ai suoi servi nel momento in cui gli invitati non si presentano al banchetto e quindi decide di invitare tutti, anche coloro che stanno ai crocicchi delle strade.
In particolare, la sottolineatura dei due verbi “andate” e “invitate” ci ricorda che, sull’esempio dei missionari, «la missione è un andare instancabile verso tutta l’umanità per invitarla all’incontro e alla comunione con Dio. Instancabile! Dio, grande nell’amore e ricco di misericordia, è sempre in uscita verso ogni uomo per chiamarlo alla felicità del suo Regno, malgrado l’indifferenza o il rifiuto».
I missionari uccisi nel 2024
Stando ai dati verificati dall’Agenzia Fides, nel 2024 nel mondo sono stati uccisi otto sacerdoti e cinque laici. Sei di loro hanno perso la vita in Africa e cinque in America, due continenti che, negli ultimi anni, «si sono alternati al primo posto di questa tragica classifica», spiega il rapporto. Nel dettaglio, in Africa sono stati assassinati due sacerdoti in Sudafrica e uno in Camerun, un catechista e un volontario in Burkina Faso, un laico nella Repubblica Democratica del Congo.
Nel continente americano un prete è stato ucciso in Colombia, uno in Ecuador, un altro in Messico. Anche i laici sono stati colpiti a morte: un collaboratore parrocchiale in Brasile, un laico in Honduras. C’è anche l’Europa nell’elenco: in Spagna Juan Antonio Llorente, frate francescano dell’Immacolata, è stato assassinato nel monastero dove viveva a Gilet. In Polonia è morto invece padre Lech Lachowicz, 72 anni, aggredito da un uomo che ha fatto irruzione nella canonica armato d’ascia.
Il materiale per l’animazione nelle parrocchie e nei gruppi
A questo link è disponibile ampio materiale per l’animazione della giornata: video, sussidi liturgici, schede di approfondimento sulle storie dei martiri del 2024.
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