C’è un morire per amore, ma c’è anche gioire per amore. Non è uno slogan dei tempi nostri ma una concreta realtà che si è attuata per l’impegno della Caritas diocesana di Reggio Calabria – Bova. Un impegno che ha coinvolto le parrocchie della nostra Diocesi in una giornata di incontro che ha visto come tema “Per diventare tutti un grazie che cammina” e che si è delineata, da subito coincide un incontro non solo tra persone ma anche di idee progetti, sorrisi, preghiere, insomma con una sola parola sogni, alimentati e sostenuti da don Antonino Russo, Mariangela Ambrogio, rispettivamente vice direttore e direttrice della Caritas diocesana di Reggio Calabria – Bova, suor Eva Furiani, superiora suore francescane Alcantarine, i giovani dell’equipe: Domenica Belmondo, Francesca Pizzimenti, Simona Scrivo, Galedea Stelitano, suor Lucia Valori, Gaetano Versace; tutto coordinato dall’infaticabile segretario diocesano Alfonso Canale.
Un viaggio dentro il grande viaggio che fa ogni giorno la chiesa e i suoi accoliti. Un modo di viaggiare che, a dispetto dei tempi e dei luoghi, mette d’accordo tutti e oggi è uno dei motori principali che anima la Chiesa. Un viaggio verso gli altri e con gli altri, usando come mezzo di trasporto la fantasia, la resilienza, la creatività e soprattutto la possibilità di fare rete. Una rete virtuosa voluta fortemente dal nostro vescovo che si muove nelle linee tracciate da Papa Francesco.
Laudato si’ è stato il filo conduttore e nei vari gruppi gli animatori hanno offerto spunti, tracciato linee, contenuti i tempi ma sempre tessendo una tela dentro la quale cui ognuno spingeva la sua navetta. il risultato è stato quello di creare intanto uno spirito di collaborazione. Cum-labor: lavorare insieme con fatica ma con la gioia di produrre, di creare, di annodare fili.
È stato ricostruito il senso e l’origine del nostro essere al mondo, una coraggiosa affermazione dello stare insieme come pensiero dominante, come sistema cognitivo, come etica ed estetica, come poetica e come politica che danno forma e ordine al mondo, usando molteplici linguaggi: dei colori, delle parole, delle cose ma con un unico obiettivo: l’ascolto dell’altro inteso non solo come persona ma come anche come mondo animale e natura nel suo insieme. Non per niente ci si è soffermati sulla figura di san Francesco d’Assisi.
È stato recitato qualche verso del magnifico canto delle creature ed è stato realizzato un disegno che concretavo lo spirito della giornata ma raccolto e germogliato nelle menti dei partecipanti, allontanatosi poi con il cuore più carico e propositi più saldi. Guidati in un avvincente periplo di un universo religioso. Seguendo un percorso di linguaggi e simboli che hanno reso il sistema di comunicazione completo e avvincente, tra segni e icone e suoni, più chiaramente partecipi del processo del divenire. A partire dalla religione, madre di tutte le trasformazioni che hanno portato l’uomo dallo stato ferino, che ha strappato i nostri antenati dalla ferinità belluina per farne degli esseri culturali.
Homo sapiens, homo sapiens sapiens, uomo che sa stare con l’altro, ascoltando la voce del suo cuore e dei suoi bisogni, considerando la vita come un dono prezioso, come dono prezioso è la natura nella quale viviamo, senza che esista più un Caino che va nei campi che odorano di morte ma di sole, di vita, di colori…di gioia.