Si è svolta con successo, qualche giorno fa, anche nella diocesi di Reggio Calabria – Bova la quarta edizione della Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, un’occasione per riflettere sull’importanza di questa preziosa generazione e per sensibilizzare i giovani verso i valori della vicinanza e della tenerezza.
Giornata diocesana dei nonni e degli anziani, a Reggio Calabria un’occasione per pregare e riflettere
Si è tenuta sabato 27 e domenica 28 luglio, la quarta edizione della Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, ricorrenza istituita per tutta la Chiesa dal Santo Padre in prossimità della commemorazione dei Santi Anna e Gioacchino, i “nonni” di Gesù, in relazione alla quale si è chiamati a riflettere sul tema: Nella vecchiaia non abbandonarmi (Sal 71,9).
Così, mentre si richiama la triste realtà per cui gli anni della vecchiaia siano segnati dall’abbandono, dalla solitudine e dalla “cultura dello scarto”, dall’altra si vuole cogliere l’invito a sensibilizzare i più giovani con gesti concreti verso questa età della vita preziosa e fragile al tempo stesso ma capace di costruire legami tra le generazioni con la vicinanza, la tenerezza e la saggezza che da sempre contraddistinguono i nonni e gli anziani nella storia.
La “proposta” dell’Ufficia famiglia diocesano di Reggio Calabria – Bova
L’Ufficio Famiglia diocesano dell’Arcidiocesi di Reggio-Bova, ha proposto di celebrare questa ricorrenza in tre diverse comunità parrocchiali dislocate in altrettante zone pastorali che abbracciano tutta la diocesi: a nord, per la zona tirrenica la parrocchia S. Biagio in Gallico Superiore; per la zona centro, la Casa Accoglienza Lucianum – parrocchia S. Lucia V.M.; a sud, per la zona ionica, la parrocchia SS. Salvatore in Saline Joniche.
Alle tre Celebrazioni Eucaristiche sono seguiti momenti di convivialità ed animazione a cura delle generazioni più giovani.
L’arcivescovo Morrone: «Nonni e anziani siete voi il futuro dei giovani»
L’Arcivescovo Morrone, presente nella zona sud dell’Arcidiocesi, presso la parrocchia SS. Salvatore di Saline, ha sottolineato come gli “anziani”, per gli insegnamenti trasmessi e la loro sapienza, siano il «futuro dei giovani».
Il Vangelo di Giovanni della XVII Domenica del tempo ordinario sulla «moltiplicazione dei pani», invita a riflettere sul prodigio inteso come “segno”. Alla domanda-provocazione di Gesù – dove possiamo comprare del pane?- appare sulla scena, un ragazzo con cinque pani d’orzo e due pesci. La sua generosità è il gesto che cambia la situazione: è la spinta generosa che diventa condivisione.
Il presule richiama l’assemblea alla «giovinezza del cuore» che non corrisponde all’età, ma alla generosità che chiunque possiede, nel poco che è e sa di esserlo e, nonostante tutto lo condivide con gli altri. Infatti, continua l’arcivescovo, la vera giovinezza della Chiesa è nel saper condividere quel ‘poco’ che è, perché essa è “sacramento” ossia “segno” nello stile di Gesù, come il ragazzo del vangelo che con il gesto del poco che ha e che condivide, rinnova la giovinezza della Chiesa.
Monsignor Morrone rivolgendosi ai nonni dice: «Cari nonni, se volete continuare ad essere giovani nello spirito, nonostante gli anni e gli acciacchi, consegnate quel “poco che siete” perché là c’è la benedizione. Alla mensa della vostra vita, nessuno morirà della ‘fame’ di affetto, vicinanza, misericordia, perdono, amore, perché questa è la Chiesa che si fa Eucarestia, come Gesù nello spezzarsi per gli altri: è questo il “sogno di Dio”, questa è la Chiesa che Gesù vuole. Nessuno alla mensa povera della nostra vita rimanga escluso! Invocando lo Spirito del Signore, Egli rinnova la nostra giovinezza, poiché sappiamo di essere “poca cosa”, ma in Lui diveniamo sacramento e segno di benedizione».
Nuovi spazi per incontri intergenerazionali
A conclusione della celebrazione, la recita della preghiera dedicata ai nonni e la distribuzione di piccoli pani benedetti ai partecipanti, come segno di condivisione con la comunità fatta da bambini, giovani, adulti e anziani. Successivamente l’Arcivescovo ha inaugurato il nuovo centro parrocchiale presso i locali della Suore Salesiane Oblate: “La Casa di Rut”, nata per intuizione del parroco don Danilo Nocera nell’andare incontro ai bisogni delle persone anziane: «Un luogo- dice don Danilo – in cui poter mettere in comunione ciò che si è con ciò che si ha, tra diverse generazioni, un tempo per condividere e aiutare gli anziani, con gesti di solidarietà da parte di tutta la comunità, affinché si sentano meno soli».
La serata è proseguita nel campetto dell’oratorio con una breve ed esilarante rappresentazione teatrale, con giovani e nonni del luogo come attori protagonisti. Sono stati distribuiti simpatici premi durante la degustazione di specialità culinarie preparate dalla generosità di molti e con lo spettacolo musicale della giovane band “I Soliti Peter Pan”.
Donarsi agli anziani
La logica del dono, richiamata dalla generosità del ragazzo con cinque pani d’orzo e due pesci del Vangelo del giorno, è stata argomentata ed attualizzata anche dalle omelie di Don Nino Russo – Oratorio Don Bosco di Gallico Superiore e Don Mimmo Cartella – Casa accoglienza Lucianum, da cui emerge come la mentalità di quel tempo non era poi tanto diversa da quella di oggi, secondo cui cerchiamo di accumulare, aggiungere e aumentare quel che abbiamo secondo i nostri calcoli e le addizioni mentre invece Gesù chiede di donare, diminuire e togliere qualcosa per darlo agli altri.
«Noi vogliamo moltiplicare per noi; Gesù apprezza quando dividiamo con gli altri”; “quando noi condividiamo Dio moltiplica», «basti pensare alla tragedia della fame che riguarda in particolare i più piccoli che muoiono per malnutrizione perché non hanno il necessario per vivere e il cibo che invece si spreca altrove».
Le rispettive omelie hanno approfondito anche sul «perché privare una persona, per lo più un ragazzo, di quello che si è portato da casa e ha il diritto di tenere per sé? Perché togliere a uno ciò che comunque non basta a sfamare tutti? Spiegando come ciò che è umanamente illogico per l’uomo per Dio non lo è, anzi, è proprio grazie a quel piccolo dono gratuito che Gesù può sfamare tutti. È il grande insegnamento per noi. Il Signore può fare molto con il poco che gli mettiamo a disposizione. Dio ama agire così: fa cose grandi da quelle piccole e gratuite».
Un murales per ricordarsi dei propri nonni
Convivialità ed intrattenimento musicale hanno fatto da cornice alle feste per i nonni e gli anziani anche nelle zone nord e centro, evidenziando come a ricordo della Giornata mondiale sulla facciata principale dell’oratorio Don Bosco di Gallico Superiore, alla presenza tra gli altri della famiglia religiosa Figlie di Maria Ausiliatrice, è stato inaugurato un murales in cui sono raffigurati bambini, nonni e anziani che giocano insieme, sotto lo stesso cielo, tra prati fioriti, altalene e monopattini, segno anche di una vicinanza sperimentata con il campo estivo appena concluso in cui i nonni e gli anziani della parrocchia si sono presi cura di tutti bambini partecipanti, con un servizio concreto di supporto a quello del gruppo educatore.
La decorazione murale è stata realizzata dal gruppo Ragazzi/e Sempre Attivi, un’atipica e nuova forma creativa di intendere l’acronimo di RSA al servizio dei nonni e degli anziani. Dalla Casa accoglienza Lucianum è stato commovente ascoltare dalla voce di nonna Italia, la sua testimonianza che, a nome di tutte le altre nonnine presenti, ha voluto ringraziare Dio per il dono della vita e della vecchiaia e di trovare insieme ai familiari, al parroco e al servizio amorevole delle Suore della Croce, una forza nuova per alimentare e crescere nella fede personale, familiare e comunitaria.
Una pianta di ficus ginseng: simbolo della giornata diocesana dei nonni e degli anziani
Il simbolo di questa giornata diocesana è stata una pianta di ficus ginseng, portato durante l’offertorio e donato dall’Ufficio Famiglia alle comunità ospitanti. Caratteristica della pianta è la forma particolare del tronco e delle radici intrecciate, che fa riferimento a due parti: l’innesto (dei rami) e il portainnesto (del tronco-radici).
Gli Anziani-radici di un portainnesto di ficus ginseng, che stabili nel terreno trovano forza e slancio anche all’esterno in nuovi spazi, capaci di connettere due ambienti molto diversi con equilibrio, dialogo e accoglienza tra due identità sconosciute. La metafora del ficus ginseng come uno dei viaggi più belli da fare in compagnia dei nonni e degli anziani, è l’occasione in cui sperimentare un continuo scambio vitale, quell’esperienza tra il nuovo e il vecchio che consente di passare da un io al noi. “Homo” (uomo) e “humus” (terra) si incontrano secondo l’arte dell’accompagnare con la logica del mettere insieme presenza e sogni con una diversa regolazione della velocità segnata dal tempo e la nuova direzione della crescita da sostenere.
Le tre feste dei nonni e degli anziani, confermano quanto il Santo Padre ci ricorda di custodire, quella storia di cui siamo tutti eredi: siamo figli perché siamo nipoti. Nella casa dei nonni abbiamo respirato il profumo del Vangelo, la forza di una fede che ha il sapore di casa perché amati senza riserve e senza attendere qualcosa in cambio. Oggi, anche noi come Rut, in segno di gratitudine verso i nonni e gli anziani, all’atteggiamento egoistico che porta allo scarto e alla solitudine, con cuore aperto e gioioso vogliamo unire le nostre voci al grido: «non ti abbandonerò!».
L’articolo Nonni e anziani “radici” della comunità e “futuro” dei giovani proviene da Avvenire di Calabria.