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La missionarietà é un aspetto essenziale della fede cristiana fin dai primi secoli della Chiesa, e risponde all’invito di Gesù stesso quando dice: Andate in tutto il mondo e portate il Vangelo, la buona notizia, a tutti gli uomini.
Grazie alle “missio ad gentes”, tante famiglie del Cammino, spinte dallo Spirito Santo, stanno offrendo la loro vita al Signore per l’evangelizzazione in ogni parte del mondo di Paesi ormai del tutto secolarizzati, portando una parola di speranza a chi è solo, a chi è scoraggiato, a chi non trova un senso alla propria vita.
E la gente resta colpita soprattutto dall’amore che vede in queste famiglie con tanti figli, dove, anche nelle difficoltà, si fa presente quello che ha detto il Signore: “amatevi come io vi ho amati, da questo conosceranno che siete miei discepoli”; e ancora: “siate perfettamente uno e il mondo crederà”.
Sono famiglie che, sorrette ogni giorno dalla preghiera, dalla Parola di Dio, dai Sacramenti, parlano alla gente più con la loro vita che con le parole, più con l’esempio che con lunghi discorsi.
Ora, che cosa spinge queste famiglie che qui hanno casa, lavoro, affetti, amicizie, a lasciare tutto e andare così lontano?
Che cosa se non una fede profonda, se non la fiducia in Dio motivata, sperimentata, e il desiderio di essere testimoni del suo amore?
Lunedì sera, durante una solenne celebrazione e nello stesso tempo molto commovente, presieduta dal nostro Vescovo Morosini, Ninni e Simona hanno ricevuto l’invio, la consacrazione della loro missione, l’invito a fare conoscere il volto di Dio, volto d’amore e di speranza, a coloro che incontreranno.
E l’esortazione del nostro Pastore, rivolta a tutti i partecipanti, è stata quella di vivere il distacco, sempre sofferto, da questi nostri fratelli nella certezza della fedeltà di Dio che precederà i loro passi.
Mi vengono in mente le parole di un missionario che scriveva così: “La prima volta che arrivai in Brasile, non appena la nave entrò nella baia, la prima cosa che si presentò ai miei occhi fu la grande statua del Cristo Redentore. Quel Cristo dalle braccia spalancate mi diede una profonda impressione di accoglienza. Pensai: sono venuto in Brasile per annunciarlo, ma Lui é già qui che mi aspetta. È questo il pensiero che ha sempre accompagnato la mia vita di missionario”.
Carissimi Ninni e Simona proprio questo chiedo per voi al Signore: che vi preceda a Reykjavik, vi faccia sentire accolti, metta la Sua Parola nel vostro cuore, sulle vostre labbra e benedica la vostra opera, Lui che ci ha detto: Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo.
Sabrina Quattrone