Cerca
Close this search box.

Nella Assunzione di Maria contempliamo la misericordia di Dio

 

Inquadriamo la festa odierna nel contesto della riflessione sul capitolo sesto del Vangelo di Giovanni sul “pane di vita eterna”. Se abbiamo detto che mangiare il pane della vita è come prendere “bocconi di cielo”, oggi celebrare la festa dell’Assunta significa prendere “boccate di cielo”. La Parola di Dio proposta in questa domenica, che naturalmente non ci racconta come e quando sia avvenuto l’evento prodigioso dell’assunzione della Vergine Maria al cielo, ci presenta la visita di Maria alla cugina Elisabetta, pagina per comprendere il senso vero della storia della salvezza dell’intero popolo dei redenti, qui tutti raffigurati e rappresentati dalla madre di Gesù. Per questo, come cantiamo nel Magnificat, tutte le generazioni la chiameranno beata perché lei, immagine del popolo pellegrinante nel tempo, raggiunge la realizzazione di tutte le promesse di Dio “fatte ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza per sempre”.

Protagoniste di questa pagina sono due donne, che si fanno non solo destinatarie dei benefici e dei prodigi di Dio, ma soprattutto testimoni che cantano ed esultano la grandezza e la misericordia del Signore. Non ci è possibile fare un’analisi dettagliata di tutti i passaggi che il brano odierno presenta nelle due parti che lo compongono, la prima più cronologica che ci racconta l’incontro tra le due cugine Maria ed Elisabetta dentro la casa di Zaccaria ad Aim-karim, e la seconda più profetica, con la proclamazione del famoso inno del Magnificat.

Il tutto si può racchiudere ancora una volta in una sola parola: misericordia, ossia l’amore viscerale di Dio che ama in modo unico e irripetibile il popolo da Lui scelto e chiamato, ma anche ogni singolo redento che si fida e si affida a Lui. In fondo Maria è grande soprattutto per questa sua capacità di fidarsi del Signore e di sperare contro ogni speranza, come aveva fatto il patriarca Abramo. Questa infinita misericordia di Dio è espressa da gesti concreti che il testo sacro esprime con espressioni precise: innalza, ricolma di beni e soccorre.

Chi l’avrebbe mai detto che gli intoccabili ricchi sarebbero stati deposti dai troni, che i possidenti sarebbe stati rimandati senza nulla tra le mani vuote, e, al contrario, che gli umili sarebbero stati innalzati ed esaltati e che gli affamati sarebbero stati ricolmati di bene? Facciamo nostre allora, possibilmente non solo nell’odierna festività della Madonna Assunta, le meravigliose parole del Magnificat e crediamoci che oggi come ieri il Signore fa grandi cose in coloro che lo temono, in coloro cioè che non pretendono di dettare leggi, di dare istruzioni su tutto e su tutti, ma si abbandonano all’infinita misericordia di Dio, fidandosi ciecamente del suo amore, che opera prodigi nella vita di coloro che tante volte sono poveri di mezzi materiali, ma ricchi di fede e di amore per Dio e per i fratelli.