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Museo diocesano, al via gli eventi per il Decennale

Ne conseguì l’avvio di una capillare ricognizione nel territorio che vide in monsignor Francesco Gangemi il collettore di un ingente patrimonio ecclesiastico trasferito nei locali dell’Episcopio in attesa di essere esposto nel Museo diocesano. Alterne vicende e, in particolare, l’insufficiente disponibilità di risorse economiche destinate all’allestimento vero e proprio non condussero all’auspicata apertura del Museo cosicché all’inizio degli anni Ottanta alcune tra le opere fino ad allora raccolte nei locali di Curia furono trasferite da monsignor Gangemi, per garantirne una prima fruizione pubblica, in ambienti adiacenti la Parrocchia di San Paolo alla Rotonda, del quale lo stesso era responsabile, costituendo il nucleo espositivo originario, poi accresciuto dagli acquisti personali di monsignor Gangemi, di quello che attualmente è il Piccolo Museo San Paolo. Restarono in deposito in episcopio numerose altre opere d’arte che, in occasione della campagna di inventariazione dei beni culturali mobili promossa dalla Cei fin dal 1997, sono state recuperate alla conoscenza e costituiscono oggi il nucleo essenziale del patrimonio artistico del Museo diocesano.
L’edificio che ospita al pianterreno il Museo è quanto resta dell’ala del Palazzo arcivescovile costruita alla fine del Settecento sulle rovine di un preesistente edificio, sorto accanto alla Cattedrale alla fine del XVI secolo. Si tratta di un corpo edilizio tardo–settecentesco scampato ai crolli causati dal terremoto del 1908 e ai bombardamenti aerei del 1943.
Il progetto museografico, a firma della sottoscritta, in qualità di storico dell’arte, e da Renato Laganà, per gli allestimenti, si colloca nell’ambito dell’intervento denominato Sistema Mu.Di.C promosso dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria nell’ambito dell’Accordo di Programma Quadro del 2003. I lavori si conclusero e il 7 ottobre 2010 resero possibile l’inaugurazione del Museo diocesano intitolato a monsignor Aurelio Sorrentino.

Cosa è conservato. Preziose oreficerie e tessuti liturgici databili tra Quattro e Novecento, sculture lignee e in cartapesta, opere lapidee (a partire dal XII secolo) e dipinti di particolare pregio connotano un ricco percorso espositivo articolato in spazi tematici che illustrano arte e storia dell’arcidiocesi di Reggio Calabria–Bova. In particolare, risalta l’intento di documentare le distinte identità storica e religiosa delle antiche sedi episcopali di Reggio Calabria e di Bova, fuse nel 1986 con decreto della Congregazione per i vescovi, e delle comunità ecclesiali ad esse legate. Le Sezioni tematiche sono dedicate ai seguenti temi: Frammenti della memoria, ove si espongono alcuni tra i più significativi elementi lapidei provenienti dalla Cattedrale reggina e da chiese diocesane; Anteprima di una Pinacoteca diocesana; L’arredo d’altare, che accoglie suppellettili per l’altare e vasi sacri per l’Eucarestia; Adorazione e Custodia dell’Eucarestia; Arte per la liturgia, ove sono esposti oggetti liturgici connessi all’illuminazione, all’aspersione, all’incensazione e alla lettura e predicazione; Il Tesoro delle Cattedrali, ove la suppellettile proveniente dalle Cattedrali di Reggio e Bova testimonia gli orientamenti impressi all’arte sacra dai vescovi, le cui scelte hanno avuto la loro prima ed esemplare applicazione proprio nella Chiesa Cattedrale; Il Vescovo committente d’arte che espone, tra le altre, le insegne che contraddistinguono dignità e autorità del Vescovo; Arte e devozione: le Confraternite, con arredi sacri e vesti liturgiche appartenenti alle confraternite reggine; Arte e devozione: il culto dei Santi, con diverse tipologie di reliquiari e il corredo delle immagini sacre; infine, I paramenti liturgici e le Icone.

La mission. Il Museo diocesano riconosce la propria mission nella cura, conservazione, studio e valorizzazione, anche in chiave pastorale, del patrimonio d’arte sacra diocesano, in particolare dei beni culturali ad esso affidati. Si propone quale luogo di socializzazione, di esperienze condivise e partecipate, al fine di favorire l’inclusione sociale e la crescita spirituale della comunità attraverso l’esperienza della Bellezza. Il Museo contribuisce ad alimentare il dialogo tra arte e fede, anche attraverso attività di formazione, promosse in collaborazione con uffici e istituti culturali e accademici diocesani. Nel 2019 con delibera della Giunta regionale della Calabria il Museo è stato accreditato al Sistema museale regionale risultando in possesso degli standard funzionali di qualità richiesti e valutandone il rilevante interesse regionale. Nel gennaio 2020, assieme ad altri due musei calabresi, ha partecipato alla sperimentazione della piattaforma di accreditamento per il Sistema museale nazionale promossa dal Mibact presso l’Agenzia Italia digitale.

Gli altri servizi. Ai Servizi educativi museali spetta il compito di progettare e attuare esperienze di didattica museale e dell’arte sacra da proporsi alle Scuole di ogni ordine e grado nonché quello di promuovere esperienze di catechesi attraverso l’arte, iniziative di dialogo interculturale e proposte di evangelizzazione attraverso l’arte: al riguardo, si avvalso negli anni dell’opera preziosa di un gruppo di giovani educatori, avvicendatisi nel tempo.
I Servizi educativi annualmente propongono: alle scuole di ogni ordine e grado visite guidate e attività e laboratori didattici denominati Tutto un altro Museo; alle famiglie con bambini, nei mesi estivi, La Fabbrica dell’Arte, laboratori creativi e di animazione tesi a promuovere la scoperta personale e gioiosa dell’arte sacra; a bambini e ragazzi che si preparano alla prima comunione e alla cresima, in collaborazione con l’Ufficio catechistico diocesano,
Catechismo al Museo, percorsi di catechesi attraverso l’arte legati ai diversi momenti dell’anno liturgico. Nell’anno scolastico 2020–2021, data l’emergenza sanitaria COVID, l’offerta didattica del Museo si avvarrà di modalità flessibili per garantire lo svolgimento delle attività in sicurezza: a distanza, attraverso l’uso di piattaforme online, o in presenza (un educatore in aula), in entrambi i casi prevedendo la condivisione con gli insegnanti di materiali digitali per gli studenti.