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Morosini: «Sacramenti, non cadere nella tentazione dell’apparire»

Nelle settimane antecedenti all’Avvento, infatti, le parrocchie hanno registrato l’avvio dei vari corsi di preparazione ai sacramenti. La domanda che monsignor Morosini pone ai cattolici reggini è: «Come ci prepariamo ad essi, vivendoli davvero come un incontro con Gesù?». Un interrogativo, che – per volontà dell’arcivescovo – si trasformerà in un «vademecum con le norme sulla celebrazione dei sacramenti, che fra non molto la diocesi proporrà a tutti».
Tra i postulati proposti c’è la sobrietà, «non lasciatevi tentare dal confronto con il lusso degli altri. L’oggetto della festa deve essere Gesù e l’incontro con lui, soprattutto nella prima Comunione. Perciò siate sobri nell’apparato esterno», scrive Morosini. In tal senso la Chiesa non è un teatro o una sala da ricevimento: bisogna conservare l’austerità religiosa che le compete; spesso si eccede: i fiorai vogliono imporre addobbi con elementi stravaganti estranei alla Chiesa perché obbediscono a mode importate da altri ambienti, talvolta anche di cattivo gusto».
Stessa attenzione va rispettata in tema di fotografie e riprese: «Nella casa del Signore bisogna rispettare le disposizioni liturgiche dettate dal vescovo e non dalle mode commerciali che imperversano. La Messa è la cosa più sacra delle nostre azioni liturgiche». Parimenti, rispetto alle musiche e ai canti «bisogna evitare assolutamente gli assoli teatrali: la liturgia non è un’opera lirica».
Infine, monsignor Morosini non si sottrae a discutere con i fedeli circa il tema delle offerte: «Spesso ricorrete a me – evidenzia l’arcivescovo – per lamentarvi quando qualche sacerdote vi chiede una somma fissa per la celebrazione dei sacramenti. La gratuità, però, riguarda la celebrazione del sacramento e non tutte le altre cose di contorno che pure chiedete al parroco per solennizzare l’evento. Forse non tutti sanno che, nella nostra diocesi, ci sono molte parrocchie che, in un mese, faticano a raccogliere il denaro necessario per le spese ordinarie: in tutte le parrocchie viene pubblicato il bilancio che è accessibile a tutti e da tutti consultabile».
In effetti, mantenere l’ottica della gratuità è possibile magari destinando «l’8xMille delle nostre tasse alla Chiesa Cattolica. Da molto tempo è in atto una campagna disinformativa per indurre i fedeli a non firmare più, vi invito a informarvi bene per capire come vengono spesi questi soldi e quanto bene viene compiuto con essi».