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Morosini in piazza Duomo: «Criminalità incompatibile con la fede»

L'arcivescovo di Reggio Calabria - Bova

Il quadro è rimasto in questa Chiesa Cattedrale per circa tre mesi e la Madonna ha visto sfilare davanti ad essa tantissimi fedeli, che le hanno affidato le loro preghiere e i loro voti. Oggi riaccompagniamo questo quadro, ringraziando Dio per tutti i doni di grazia che ci ha dato in questi mesi. Solo lui sa, e chi questi doni li ha ricevuti. A tanti ha dato la grazia della riconciliazione e della santa comunione.

Reggio è legata a Maria, la Madre di Gesù!
Reggio è devota di Maria e risponde sempre ai suoi appelli.
Reggio ama Maria e il quadro che la raffigura.
Miei cari fratelli, non voglio turbare la gioia e la serenità di questo momento, che vogliamo presentare pur tra i tanti problemi e difficoltà, che attanagliano la nostra vita. Ma non posso fare a meno in questo momenti di ricordare che in questi mesi di permanenza del quadro in Cattedrale non sono venuti meno i fatti delinquenziali, che infangano il volto della nostra bella città, che umiliano le coscienze di tanti bravi ed onesti cittadini, che mettono in discussione l’autenticità della nostra fede. Verrei meno alla mia missione di vescovo.
Come non ricordare in questo momento il negozio bruciato in via del Torrione e l’inqualificabile scempio nell’asilo comunale di via Aschenez? Che tristezza pensare a questo scempio mostruoso. Chi l’ha compiuto, tornando a casa, non ha incrociato lo sguardo dei suoi bambini, fratelli, figli o nipoti che siano? E che cosa ha letto nei loro occhi? Come non ricordare l’operazione Galassia della Guardia di Finanza riferita ai centri scommessa, che partendo da Reggio, si sono estesi in tutta Italia?
Come non pensare alla droga e alla prostituzione, ai taglieggiamenti e alla violenza privata di ogni genere?
Oggi è la giornata contro la violenza sulle donne e noi stiamo piangendo fin troppo questo male: dobbiamo presentarlo a Maria, la donna per eccellenza, che possa intercedere presso Gesù perché questo male possa essere redento.

Miei cari fratelli, nessuno vuole fare di ogni erba un fascio e criminalizzare, perciò, la nostra città – che ha tanto bene e tante bellezze – ma non possiamo chiudere gli occhi su questi mali e fare finta di niente. Come Vescovo, penso che forse tanti che operano questi misfatti sono passati davanti a me o ad altro Vescovo per ricevere la cresima, si sono sposati in Chiesa, hanno battezzato i loro figli; sono passati, forse, anche dinanzi a questo quadro segnandosi con il segno della Croce.

Che cosa brutta pensare a questo mescolamento tra religione e delitto, tra violenza e pietà cristiana. Possibile che dobbiamo ancora richiamare e condannare questa situazione come contraria alla fede vera? Qual devozione può esistere accanto alla violenza? Aggredire una persona con la vigliaccheria dell’anonimato – perché tali sono gli attentati: gesti vigliacchi compiuto da gente senza onore – significa uccidere la speranza.
Devastare un asilo significa dire a dei bambini: preparatevi perché state per entrare in un mondo di violenza ove la spunta chi è più forte e senza scrupoli, ma vigliacco, perché si nasconde. Povera nostra società. Ringrazio il sindaco per aver provveduto subito a rimettere ordine nell’asilo per non far pesare sui ragazzi questa inqualificabile e mostruosa vigliaccheria.

Vorrei rivolgermi, poi, a quanti usano violenza sulle donne, siano amiche, fidanzate, mogli, sorelle, madri o semplici sconosciute: ogni donna è immagine di Maria e Maria le riassume in sé. Uomini violenti, guardate le vostre donne e leggete in esse il volto di quella donna per eccellenza, che è Maria e che tante volte avete invocato con le dolci parole: Ave Maria. Le donne non solo l’oggetto di piacere degli uomini, non sono le schiave dei maschi padroni, ma compagne di vita. Esse ci insegnano quanto sia prezioso il dono della vita e come esso vada custodito.

A voi donne rivolgo la preghiera di continuare ad essere per la società le custodi delle famiglie, le protagoniste principiali dell’educazione e della trasmissione della fede. Ritornate ad essere il punto di forza della famiglia e perciò la speranza della rigenerazione della nostra società. Siate vigilanti perché nelle vostre famiglie non si ceda al malaffare. Rifiutate il denaro, quando avete il sospetto che non è pulito, perché di dubbia provenienza. Mettetevi di traverso sul cammino dei vostri figli quando vi accorgete che stanno cedendo al malaffare. Sfidateli con l’amore di madre che li ha generati, se essi vogliono fare di testa loro.