Il nostro pensiero va immediatamente a chi quest’anno è assente: chi è stato chiamato da Dio, chi è impedito per malattia, chi per lavoro, chi ha lasciato la nostra città, soprattutto giovani, per cercare lavoro. Li abbiamo tutti presenti nella nostra preghiera. In particolar modo vi invito a pregare per i sofferenti e i malati terminali, che hanno bisogno di non essere lasciati soli in questo loro ultimo tratto di strada in questo mondo. A loro bisogna garantire non solo quelle cure necessarie perché le loro sofferenze siano alleviate, ma soprattutto quel conforto e quella consolazione che tutti noi vorremmo avere in un momento così drammatico. Noi abbiamo in città un bene grande, che solo chi ne ha potuto usufruire l’aiuto, lo ha apprezzato. Mi riferisco all’Hospice, che dobbiamo sostenere in questa opera preziosa di consolare le persone in viaggio verso l’eternità.
Chiedo umilmente alle Istituzioni di trovare una definitiva soluzione che garantisca a tale opera di continuare ad erogare i suoi servizi. È un bene troppo grande per perderlo. Come cristiani, dinanzi alla Vergine della consolazione dobbiamo moralmente opporci a quella cultura di morte, che sta tentando in tutti i modi di imporci l’accettazione della legittimità dell’eutanasia e del suicidio assistito. La Madonna della consolazione è qui per distribuire un conforto nel segno della difesa della vita umana e non nel segno della morte procurata. Un vero Stato di diritto deve garantire la cure palliative per tutti e non deve incentivare la morte di nessuno.
L’Immagine della Vergine è ancora qui, miei cari, a dirci che Lei c’è sempre per sostenere il nostro impegno per il bene e per la realizzazione delle nostre speranze.
Anche quest’anno in Cattedrale la onoreremo e la invocheremo come Madre della consolazione, chiedendo il suo conforto e la sua benedizione. In questo momento, mentre ci rassicura che Lei c’è, ci chiede se noi ci siamo. Noi l’accogliamo festanti, come sempre, ma sapremo rassicurarLa che anche noi ci saremo per tutto quel bene che Le chiediamo? Sono tanti i bisogni di ciascuno di noi, delle nostre famiglie, delle nostre aggregazioni sociali, che stanno alla base della vita della nostra città. Il bene va impetrato da Dio con la preghiera, ma va costruito anche da noi con responsabilità.
Chiediamo a Maria di darci la forza di essere cittadini attivi e responsabili, di essere non solo fruitori dello sviluppo desiderato per la nostra città, ma attori responsabili ed efficienti della sua crescita. Abbiamo celebrato il nostro annuale Convegno diocesano all’insegna di una cittadinanza attiva e responsabile, che come credenti dobbiamo esercitare sul nostro territorio. Mi auguro che le nostre realtà ecclesiali sappiano esprimere al meglio questa cittadinanza per i prossimi appuntamenti che la vita democratica ci propone, che come cristiani dobbiamo preparare con spirito di servizio e con la fedeltà ai grandi principi che stanno alla base del Vangelo.
Vergine della consolazione, ti affidiamo le speranze che tutti ci portiamo dentro. Nei giorni che starai nella Cattedrale, cuore della nostra vita ecclesiale, in tanti verranno a renderti omaggio e a pregarti. Accogli ogni preghiera, alla quale sono legate tante speranze; dona conforto e fiducia; converti i cuori induriti nel male; non permettere che nessuno torni a casa, dopo l’incontro con te, ancora disperato senza percepire quella pace interiore che solo tu saprai donare.