Si è tenuto presso il Seminario Arcivescovile Pio XI un incontro mensile di formazione promosso dal Serra Club di Reggio Calabria. Tra i temi affrontati, il ricordo del Venerabile monsignor Giovanni Ferro, figura centrale nella storia della Chiesa reggina-bovese. Nel corso della serata, padre Pasquale Triulcio e l’avvocato Francesca Polimeni hanno evidenziato l’importanza del Concilio Vaticano II nella visione pastorale del vescovo.
Un incontro di formazione per ricordare monsignor Giovanni Ferro
Continuano gli incontri mensili di formazione del Serra Club di Reggio Calabria con interessanti tematiche di grande attualità, come l’IA, già affrontata il mese scorso, e il ricordo di personalità che tanto lustro hanno dato alla Chiesa reggina-bovese.
Nella Sala Blu del Seminario Arcivescovile Pio XI, moderato dal critico d’arte e giornalista Giuseppe Livoti, padre Pasquale Triulcio, direttore dell’Archivio Storico Diocesano di Reggio, e l’avvocato Francesca Polimeni hanno ricordato il Venerabile monsignor Giovanni Ferro con una ricca e interessante relazione dal titolo: «A 60 anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II, uno sguardo sull’evento attraverso gli occhi di monsignor Giovanni Ferro».
L’eredità del Concilio Vaticano II e il ruolo di monsignor Ferro
Nei saluti, la professoressa Anna Nucera, presidente del Serra Club reggino, ha ricordato che il Concilio Vaticano II ha dato una svolta di modernità alla Chiesa universale, dove il pastore e Venerabile è stato un protagonista significativo.
Don Simone Gatto, rettore del Seminario Pio XI, ha affermato di condividere con il Serra Club questa bella opportunità e si è congratulato con il professor Livoti, che rappresenta il volto bello della cultura della città. E ha proseguito: «I reggini e la diocesi guardano il ministero di monsignor Ferro come chi splende davanti a Dio con la propria luminosità. Egli svolse il suo ministero tra il prima e il dopo Concilio, portando la sua esperienza ecclesiologica nella comunità diocesana».
Ha salutato con affetto la presenza di don Gianni Latella, colui che ha curato tutta la parte che porterà, si spera, alla beatificazione del Servo di Dio, e dell’avvocato Giuseppe Rotilio, il postulatore. «Abbiamo bisogno di guardare alla “paternità” di Giovanni Ferro – ha concluso don Simone – da molti amato e ricordato, ma non dobbiamo perdere di vista che ogni vescovo è dentro la sua storia e la cultura del suo tempo».
L’azione pastorale di monsignor Ferro nella diocesi
Padre Pasquale Triulcio ha iniziato la sua relazione ricordando alcune figure come san Giovanni Paolo II, Rosella Staltari, monsignor Giuseppe Cognata, san Gaetano Catanoso, don Italo Calabrò ed altri, che con monsignor Giovanni Ferro sono in un contesto meraviglioso nella Chiesa reggina-bovese.
Padre Pasquale ha schematizzato la sua relazione in cinque punti ed evidenziato che il Concilio Vaticano II si colloca al centro del ministero episcopale di monsignor Ferro, che considera il Concilio Vaticano II un evento profetico.
La Chiesa, ha detto padre Pasquale, aveva in animo di riprendere il Concilio Vaticano I, risalente al 1869-70, che non venne mai chiuso, ma sospeso a causa dei noti fatti legati alla Breccia di Porta Pia. Ma il Vaticano II, aperto da papa Giovanni XXIII nel 1963, ben presto prese una nuova piega, segnando profondamente e aggiornando la visuale pastorale di monsignor Ferro, soprattutto nel suo modo di rapportarsi ai laici e al clero nella progettazione di iniziative apostoliche.
Il valore della testimonianza di monsignor Ferro
Don Pippo Curatola, in una pubblicazione curata da don Ercole Lacava, dice: «Monsignor Ferro fu l’uomo di Dio. Un uomo che si convertì due volte: venuto a Reggio, come Abramo fu sradicato dalla sua terra e si “convertì” alla calabresità; e poi, al tempo del Concilio, si “convertì” – egli, vescovo per così dire “tridentino” – al “rinnovamento” del Vaticano II».
Monsignor Ferro, ha sottolineato ancora padre Triulcio, si portava dietro la sua poliedricità. Fu un religioso, un sacerdote, docente e rettore di un collegio, parroco, superiore provinciale e vescovo. A partire dal 1963, monsignor Ferro portò con le sue lettere il Concilio dentro la sua diocesi, facendo vivere ai reggini il Concilio in diretta.
La presenza delle donne nella Chiesa e il contributo di papa Giovanni Paolo II
L’avvocato Francesca Polimeni ha affrontato il delicato problema della presenza delle donne nella Chiesa. «Le donne dentro la Chiesa sono sempre esistite e, soprattutto all’origine, hanno assunto ruoli di rilievo, per poi subire una battuta d’arresto nel corso dei secoli».
Nel 1995, ha ricordato la relatrice, san Giovanni Paolo II, intervenendo sulla V Conferenza del Concilio, ha ripreso il messaggio di Paolo VI, affermando di riconoscere l’uguaglianza della donna, nell’esaltare il genio della femminilità e, soprattutto, nel ribadire che il contributo che essa dà all’evoluzione della società non è inferiore a quello dell’uomo.
E ha continuato: «Proprio per questo, papa Giovanni Paolo II, in una lettera, si rivolge alla donna moglie, madre, sorella e donna consacrata, riconoscendo l’importante ruolo che svolgono per il miglioramento del sistema sociale».
Preghiera per la beatificazione di monsignor Ferro
La serata si è chiusa con alcuni interventi e con la preghiera per la beatificazione e canonizzazione del Venerabile monsignor Giovanni Ferro, scritta da S.E. monsignor Fortunato Morrone, arcivescovo di Reggio-Bova.
L’articolo Monsignor Giovanni Ferro: un testimone del Concilio Vaticano II nella Chiesa reggina proviene da Avvenire di Calabria.