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Minori, nasce il servizio tutela della diocesi di Reggio Calabria

Accogliendo gli orientamenti di papa Francesco e in linea con quanto si va attuando in tutte le diocesi italiane, il Servizio diocesano tutela minori e persone vulnerabili opera in costante collaborazione con il Servizio nazionale e regionale.

Il Servizio fonda le sue basi sulle Linee guida approvate dai vescovi italiani il 24 giugno 2019 orientate alla protezione e alla tutela dei minori e delle persone vulnerabili, a partire dall’ascolto, dall’accoglienza e dall’accompagnamento delle vittime, per una responsabilizzazione comunitaria e per la formazione degli operatori pastorali, con particolare attenzione alla formazione dei candidati agli ordini sacri e alla vita consacrata.

L’arcivescovo Morrone ha affidato la responsabilità del Servizio a don Antonio Foderaro che cura l’intero progetto e ne coordina le attività. Ciò è possibile grazie al supporto di una équipe di esperti nei diversi campi: la professoressa Francesca Panuccio, il dottor Guido Decaro, la dottoressa Enza Calcagno, il dottor Giuseppe Marcelli, la dottoressa Francesca Giglietta. In particolare, il primo ascolto è affidato al Consultorio Familiare, dove sarà disponibile personale esperto all’ascolto.

Tra i principali obiettivi legati al servizio: l’impegno al rinnovamento ecclesiale a favore di una cultura responsabile e trasparente quanto alla protezione dei minori o altre persone vulnerabili; il dialogo fra tutti i settori pastorali e in alleanza con le agenzie educative del territorio; l’elaborazione di linee guida e codici di comportamento per i vari ambiti pastorali; l’accoglienza, l’ascolto e l’accompagnamento, da parte di operatori competenti e degni di fiducia, delle vittime di eventuali abusi commessi in ambito ecclesiale, raccogliendo eventuali segnalazioni circa comportamenti scorretti e forme di abuso.

Un Centro di ascolto istituito presso la sede del Consultorio diocesano, in via Tagliavia 24 a Reggio Calabria, è l’interfaccia del Servizio tutela minori e persone vulnerabili. Qui, ogni segnalazione viene considerata con la massima serietà, offrendo alle persone coinvolte eventuale supporto psicologico, legale e spirituale, in modo diretto o indiretto, rispetto alle situazioni segnalate. Nell’accompagnamento delle persone ferite, si informerà sempre della possibilità o necessità di segnalare i fatti alle competenti autorità dello Stato.

È possibile contattare il Centro via e-mail scrivendo a centroascoltominori@reggiobova.it o attraverso il numero telefonico 388.7738738, disponibile ogni pomeriggio da lunedì a venerdì dalle 16 alle 18. Ovviamente è sempre possibile lasciare un messaggio: si verrà ricontattati.

Garantire i diritti e promuovere il benessere dei bambini e delle persone vulnerabili è un dovere che appartiene a tutti. Lo afferma monsignor Antonello Foderaro, responsabile del servizio di tutela minori della Chiesa reggina che è anche ordinario di Diritto Canonico presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Merdionale – Sezione San Tommaso di Napoli. «Oggi, salvaguardare i minori – afferma – è una delle grandi sfide della società moderna».

Qui di seguito vi proponiamo il suo intervento, pubblicato su Avvenire di Calabria.

Il bambino dovrebbe nascere in famiglia, in una condizione di benessere, poter essere libero di pensare, di esprimersi e di scegliersi la professione di fede, poter disporre di tutti i rapporti necessari per il suo sviluppo, dovrebbe essere protetto dallo sfruttamento, dalla violenza, ed essere trattato, nel caso abbia infranto la legge, conformemente alla sua età. Ma acconto al bambino ideale c’è l’infanzia ferita, la cronaca ci presenta situazioni reali di violenza sui e dei minori, di lavoro minorile, di commercio di organi di bambini, di miseria e di emarginazione. Le convenzioni internazionali guardano al minore cercando di tutelarli mettendo in campo il best interest of the child.

L’interesse superiore dei minori è una verità fisica e giuridica. È giuridica perché esprime una verità pratica, un orientamento direttivo che percorre trasversalmente tutto il diritto, senza eccezioni. È una verità fisica, perché i minorenni costituiscono una condizione evolutiva di sussistenza della umanità. Dunque, c’è una resistenza strutturale del concetto dell’interesse del minore alla sua manipolazione. La nozione dell’interesse del minore ha una sorte di resistenza e di resilienza. Quando gli adulti provano a silenziarlo, il principio tende a prevalere e a contrastare lo status di privilegio, la mancata attuazione dell’interesse dei bambini si rivolge contro di loro in termini di solitudine in vecchiaia, nella malattia, nella vulnerabilità. L’interesse del bambino è, in un certo senso, una conferma del carattere scientifico e comprovabile del diritto: le sentenze giuridiche hanno conseguenze pratiche.

Il paradigma dei “best interests of the child” nasce come una sorta di autolimitazione del potere degli adulti sui minori indotta dai cambiamenti nella società ed il suo effetto pratico sarà quello di sostituire l’affidamento paterno con l’affidamento materno.

Ma che cos’è l’interesse del minore? È una nozione confusa e ambigua, sfuggente e indeterminata, idonea a essere impiegata con modalità molto fortemente condizionate dalle scelte di valore di chi vi ricorre. È una nozione che nella giurisprudenza si espande instancabilmente, fino a essere diventata onnipervasiva, con il pericolo che la sua menzione si riduca a clausola di stile.

La sua crescente diffusione nella giurisprudenza di tutti i livelli si iscrive in una linea di tendenza che va pericolosamente dilagando nel diritto d’oggi: fare sempre più ricorso a clausole generali, di solito postulate come modalità di maggiore efficacia per perseguire il valore della giustizia nel caso concreto, sottovalutando così i gravi rischi che ne derivano per un altro valore non meno importante, la certezza del diritto.

La tutela dei minori, e la promozione dei loro interessi, rappresenta una delle grandi sfide che la società contemporanea rivolge non solo alla regolazione giuridica dei singoli Stati ma, in particolar modo, a tutti gli interventi della sfera pubblica. L’attenzione rivolta alla tutela dei fanciulli è infatti presente, già da parecchi decenni, nella maggior parte degli ordinamenti statali, i quali si sono gradualmente impegnati a «costituire in discipline epistemologicamente autonome sia il diritto di famiglia in generale che il diritto minorile in particolare.

L’interesse del minore ha una funzione centrale nel sistema: dà un’indicazione di principio, di carattere valoriale, che prescrive una direzione. Qualsiasi decisione o azione che riguardi una persona di minore età dev’essere orientata a perseguire principalmente uno scopo: il suo benessere.