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Ancora oggi, uomini, donne e famiglie lasciano le proprie comodità per essere apostoli e messaggeri della Buona Novella.
Qualcuno si chiede: è ancora necessaria la missione all’estero, se noi qui in occidente, quindi anche in Italia, abbiamo problemi con le vocazioni, con i giovani, con la famiglia, con la trasmissione stessa della fede alle nuove generazioni? Noi non possiamo eludere l’imperativo evangelico missionario.
Possiamo interrogarci come vivere questa dimensione essenziale ed esistenziale del nostro credere. Oggi le occasioni di incontro e confronto con altre culture e religioni sono molteplici.
Forse adesso la missione si può considerare a doppio senso: – non solo andare, ma anche accogliere;
– non solo donare ma anche ricevere,
– non solo proporre il nostro bene ma valutare il buono che altri ci portano, i semi di verità che sono la base umana, il terreno fertile su cui il seme della Parola può attecchire e portare molto frutto.
Allora, ogni persona, ogni incontro, ogni situazione diventa occasione di conoscenza, scambio, rispetto e condivisione e quindi anche annuncio e testimonianza dell’Amore divino che anima e guida la nostra vita.
Nella nostra diocesi, attraverso un lavoro di sinergia, tra Centro Missionario, Caritas Diocesana ed Ufficio Migrantes, sono in corso numerosi progetti che consentono alla nostra comunità ecclesiale di acquisire nuovi stili di vita, coerenti con lo spirito evangelico ed improntati alla sobrietà, alla responsabilità, alla promozione della dignità e della centralità di ogni essere umano.
In unione di preghiere.
+ p. Giuseppe,
Vostro Vescovo