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L’Istituto Superiore di Scienze Religiose apre al dialogo con la letteratura: un viaggio tra simboli e parole

L’Istituto Superiore di Scienze Religiose – le cui lezioni hanno preso il via l’8 ottobre – sceglie di promuovere la letteratura introducendo un corso dal titolo “Letteratura e luoghi dell’anima: viaggio dentro l’uomo tra simboli e parole”.

Issr di Reggio Calabria, al via le lezioni: si apre alla letteratura

«La letteratura […] scaturisce dalla persona in ciò che questa ha di più irriducibile, nel suo mistero […]. È la vita che prende coscienza di sé stessa quando raggiunge la pienezza di espressione, facendo appello a tutte le risorse del linguaggio». Così afferma il Santo Padre Francesco, prendendo in prestito le parole del teologo canadese R. Latourelle, per sottolineare l’importanza della letteratura nella formazione dei futuri sacerdoti e degli operatori pastorali. In una Lettera pubblicata lo scorso 4 agosto, il Papa si sofferma sul valore della lettura e dello studio di romanzi e poesie non solo per la crescita personale, ma in una prospettiva di evangelizzazione pienamente incarnata nel nostro tempo: la letteratura non è solo una forma di intrattenimento o di evasione, perché ha a che fare con l’uomo, «con ciò che ciascuno di noi desidera dalla vita… con la nostra esistenza concreta, con le sue tensioni essenziali, con i suoi desideri ed i suoi significati».

La letteratura ha a che fare con la parte più profonda della nostra interiorità, lì dove solo può avvenire l’incontro con Cristo. Il Papa evidenzia come già il Concilio Vaticano II ne avesse sostenuto e rimarcato la pregnanza formativa (Gaudium et spes 62) con riferimento alla sua capacità di «esprimere l’indole dell’uomo» e come lo stesso papa San Giovanni Paolo II, al n.6 della sua Lettera agli artisti, avesse parlato della letteratura come ‘via d’accesso’ capace di aiutare il pastore ad entrare in un fecondo dialogo con la cultura del suo tempo. «La letteratura scopre gli abissi che abitano l’uomo, – afferma ancora R. Latourelle – mentre la rivelazione, e poi la teologia, li assumono per dimostrare come Cristo giunge ad attraversarli e a illuminarli».

Perché la letteratura: per conoscere l’uomo e dialogare con il mondo

Due sono, dunque, le principali potenzialità insite in essa: conoscere l’uomo e dialogare con il mondo. Conoscere l’uomo significa aprirsi alla complessità ed alla bellezza del suo mistero, significa trovare strade di accesso ad un sentire che ha bisogno di essere comunicato e accolto, significa mettere da parte schemi e pregiudizi per abbracciare la verità del cuore che sfugge ad ogni tentativo di semplificazione o categorizzazione. Dialogare con il mondo significa liberarsi – dice il Papa – dalla tentazione del «solipsismo assordante e fondamentalista», incapace di favorire l’incontro con un «Gesù Cristo fatto carne, fatto umano, fatto storia».

L’annuncio del Vangelo nel nostro tempo, infatti, richiede la conoscenza delle nuove culture con i loro simboli ed il loro originale e specifico modo di ‘raccontarsi’ così come necessita della testimonianza di persone esperte in umanità. Dice ancora il Papa (riprendendo l’Evangelii Gaudium 89): «Dobbiamo stare tutti attenti a non perdere mai di vista la “carne” di Gesù Cristo: quella carne fatta di passioni, emozioni, sentimenti, racconti concreti, mani che toccano e guariscono, sguardi che liberano e incoraggiano, di ospitalità, di perdono, di indignazione, di coraggio, di intrepidezza: in una parola, di amore».

Una palestra di discernimento

La letteratura, dunque, può essere palestra di discernimento, “luogo” di ascolto e di accoglienza, sguardo che si rinnova, come afferma il Papa citando il teologo tedesco Rahner: «Le parole del poeta sono “piene di nostalgia”, sono porte che si aprono sull’infinito, porte che si spalancano sull’immensità. Esse evocano l’ineffabile, tendono verso l’ineffabile». D’altra parte già nel 1964 Paolo VI, rivolgendosi agli artisti, diceva: «Noi abbiamo bisogno di voi. Il Nostro ministero ha bisogno della vostra collaborazione. Perché, come sapete, il Nostro ministero è quello di predicare e di rendere accessibile e comprensibile, anzi commovente, il mondo dello spirito, dell’invisibile, dell’ineffabile, di Dio. E in questa operazione, che travasa il mondo invisibile in formule accessibili, intelligibili, voi siete maestri» (Paolo VI, Omelia, «Messa degli Artisti» nella Cappella Sistina, 7 maggio 1964).

Il nuovo corso istituito all’Issr di Reggio Calabria

Anche l’Istituto Superiore di Scienze Religiose – le cui lezioni sono da poco cominicate, l’8 ottobre – sceglie di promuovere la letteratura introducendo un corso dal titolo “Letteratura e luoghi dell’anima: viaggio dentro l’uomo tra simboli e parole”.

La lettura diretta di alcuni testi in poesia ed in prosa degli autori più rappresentativi della storia letteraria di tutti i tempi sarà lo strumento privilegiato per entrare nel mistero dell’uomo e nel suo innato bisogno di esprimere se stesso e le sue grandi domande di senso: a partire da un’attenta analisi del linguaggio e dalla contestualizzazione dell’opera si proporrà di attualizzare temi e immagini per cogliere i caratteri universali del fenomeno letterario e la forza propulsiva della parola.

Autori come Primo Levi, Ungaretti, Quasimodo, Pirandello, Galilei, Saba, Pamuk, Leopardi e tanti altri entreranno nelle aule per guidarci in un vero e proprio viaggio dentro l’uomo, entrando in dialogo con la sua libertà e il suo mistero, superando schemi e confini.

L’articolo L’Istituto Superiore di Scienze Religiose apre al dialogo con la letteratura: un viaggio tra simboli e parole proviene da Avvenire di Calabria.