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Le riflessioni di monsignor Nunnari su fede, Chiesa e società

Un libro appassionato «per la mia Chiesa»: a redigerlo è monsignor Salvatore Nunnari, arcivescovo emerito di Cosenza-Bisignano che nella sua ultima opera, “Luce ai miei passi” (edito da Gesualdo edizioni) si è prodigato in una robusta e illuminata raccolta di omelie e scritti sempre al servizio della pastorale.

Nato a Reggio Calabria, l’11 giugno 1939, monsignor Salvatore Nunnari è stato ordinato presbitero il 12 luglio del 1964 dal venerabile monsignor Giovanni Ferro. Giornalista di lungo corso, fu consigliere nazionale della Fnsi (Federazione nazionale della stampa italiana) per 12 anni e vice-presidente dell’Ordine dei giornalisti della Calabria. In riva allo Stretto ha svolto la sua missione pastorale nella parrocchia di Santa Maria del Divino Soccorso dall’anno di ordinazione fino al 1999 quando fu eletto arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi da Giovanni Paolo II. Portò avanti il ministero episcopale, poi, a Cosenza dal 2004 fino al 2015 quando ha rassegnato le dimissioni per raggiunti limiti d’età.

La prefazione del libro è del cardinale Angelo Comastri, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e arciprete della Basilica papale di San Pietro. «Leggete, meditate e fate rivivere queste omelie sgorgate da un cuore appassionato: un cuore donato a Gesù e desideroso soltanto di donare Gesù, di cui tutti abbiamo sempre bisogno», sottolinea Comastri.

Nelle 446 pagine del volume – dedicato «ai carissimi presbiteri, oltre cinquanta, da me ordinati negli anni del servizio episcopale a Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia e Cosenza-Bisignano » – sono tantissimi i temi affrontati da monsignor Nunnari. Ci sono tutti gli avvenimenti fondanti della sua vita, dal 1994 al 2016: dalla visita del Presidente della Repubblica del tempo, Oscar Luigi Scalfaro agli insediamenti nelle sue due diocesi fino ai Convegni pastorali o ai congressi di sindacati e partiti. Ci sono le festi solenne o i funerali di giovani strappati troppo presto alla loro vita terrena. C’è monsignor Nunnari.

Sfogliando “Luce ai miei passi” si compie un viaggio che non esclude la volontàfermissima del presule di instaurare un costante dialogo con l’altro. Chiunque esso sia. «Abbiamo detto che il principio di laicitàserve a garantire a tutti libertà di espressione e medesimi diritti. Ecco perché occorre fare bene attenzione al debolissimoconfine che separa la laicità e la sua degenerazione ideologica, che è appunto il laicismo», scriveva Nunnari nel 2009.

In un tempo in cui latitano i valori risuonano quanto mai attuali le parole dell’arcivescovo emerito di Cosenza proferite sette anni fa: « Agire politicamente allora vuol dire farlo responsabilmente e saper mediare portando i valori nel concreto della vita civile, impegnandosi per la loro applicazione». In questo impegno, la Chiesa rimane la casa accogliente dei carismi di ciascuno. «Immenso conforto mi hanno dato, in momenti particolari, difficili e dolorosi, tutti quei sacerdoti e quei laici che, amando con fede questa Chiesa, si sono fatti strumenti di comunione e di pace, di partecipazione e di aiuto», confida monsignor Nunnari. Per ben suggellare questo rapido racconto di un libro da leggere con attenzione, ci sostengono le parole di Antonio Scoppettuolo, giornalista Rai, che ne ha curato l’introduzione: «Non c’è parola di questo volume che non sia stata in qualche modo incarnata dall’autore» scrive. Un tributo doveroso a monsignor Nunnari e al suo libro, scrigno di sensibili riflessioni per i cattolici di oggi. (F.M.)