Non ha il supporto della sua “amica” sedia a rotelle, non si alza, non cammina; Annarella racconta di momenti in cui doveva strisciare per poter raggiungere persone e oggetti.A Dio, però, non è indifferente la sua solitudine e il suo dolore; pone, infatti, sul suo cammino degli angeli che si prendono cura di lei: le Sorelle della croce.
L’incontro – avvenuto più di trent’anni fa – cambia la vita di una donna che ancora oggi offre quotidianamente la sua “passio” per la salvezza delle anime – come lei spesso afferma. Annarella entra a far parte della schiera dei “semplici”, curati dalle Sorelle della croce: non però nello status di ospite della Casa di accoglienza per anziani, ma quasi come una “figlia” generata dal grembo di quella porzione di Chiesa santa, quella che non fa rumore e opera prodigi perché aggrappata alla croce del Cristo risorto. La sintesi della storia di Annarella è racchiusa nella beatitudine evangelica . Lei ha l’animo puro, attinge forza dalla preghiera costante e dalle mani delle religiose, che ogni giorno curano le sue ferite nel corpo e nello spirito. Di recente, la cecità ha finito di provare la piccola grande donna, dal temperamento tenace e dalla fede autentica. Annarella prega sempre; e la meraviglia più grande è che riesce a cantare in spagnolo – la lingua madre delle Sorelle della croce – pur essendo priva di formazione scolastica.Il volto di Annarella non si è mai velato di tristezza, i suoi interrogativi sul “perché” del dolore non sono mai stati intrisi di rabbia, i suoi desideri di una vita libera non sono mai entrati in conflitto la volontà di Dio; lei è una donna che crede: per questo ha fatto della sua vita un “Magnificat”, che incarna il mistero del dolore nella speranza della resurrezione.
Gaetana Covelli