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La Ratio per i seminari: un invito a riscoprire la missione educativa

 

La nuova Ratio per la formazione nei Seminari offre un’occasione di riflessione sulla crisi delle vocazioni, evidenziando il valore delle piccole comunità educative come strumenti di accompagnamento spirituale e umano per i giovani.

Un nuovo approccio alla formazione presbiterale

La pubblicazione della nuova Ratio per la formazione nei seminari si presenta come un’ulteriore occasione per riflettere sulla complessa realtà delle vocazioni e sul significato di piccole comunità educanti.

In un contesto come quello italiano, dove il numero dei seminaristi è in costante diminuzione, la Chiesa è chiamata non solo a interrogarsi sulle modalità formative, ma anche a trasformare questa sfida in un’opportunità per rinnovare l’attenzione educativa all’interno delle famiglie e delle stesse comunità parrocchiali.

La diminuzione delle vocazioni non deve essere percepita esclusivamente come una crisi, ma come un invito a darsi obiettivi precisi, al fine di promuovere qualificati percorsi formativi. La Ratio, infatti, insiste sull’importanza di un’educazione personalizzata e profonda, capace di tener conto delle peculiarità di ciascun seminarista, riscoprendo il valore di un’attenzione volta alla crescita umana e spirituale, mediante un’autentica “scoperta e realizzazione del sé e di sé”.



Le piccole comunità educative come risorsa

Proprio per questo, tra le righe del documento, si coglie come piccole comunità formative possano diventare uno spazio privilegiato di crescita, dove i giovani si sentano accompagnati in modo autentico e personale, in un cammino di discernimento che li aiuti a maturare decisioni profonde e durature.

In questa prospettiva, allora, i numeri esigui non devono spingere a scelte affrettate o mutarsi in buone ragioni per colmare vuoti strutturali. Al contrario, devono essere il segno di una Chiesa che si fida dei tempi di Dio, evitando scorciatoie e rispettando il processo umano e spirituale necessario per formare presbiteri saldi nella fede, consapevoli nella missione, prossimi e solidali nella testimonianza.

Il ruolo centrale di famiglie e comunità parrocchiali

Centrale, in tutto questo, rimane il ruolo delle famiglie e delle comunità parrocchiali. Le famiglie e le parrocchie, infatti, sono i primi luoghi dove si riconosce, si coltiva e cresce la vocazione al presbiterato. Dentro le mura della “Piccola chiesa domestica”, e attorno all’altare della “chiesa parrocchiale”, cresce e si alimenta la fiamma della fede, la cura del discernimento, la testimonianza della vita cristiana.

La presenza di piccole comunità educanti e, tra queste, quella del seminario diocesano, ispira famiglie e parrocchie a riscoprire la loro missione educativa. Così facendo, il calo delle presenze non abilita alla rassegnazione, ma diviene stimolo per riflettere sul valore dell’educazione alla fede, invitando giovani e adulti a vivere con radicalità la propria vocazione battesimale, vocazione alla quale lo stesso ministero dei presbiteri è orientato.

Una formazione orientata all’incontro con Cristo

Perciò, educare alla fede non significa solo trasmettere conoscenze religiose, ma creare un ambiente dove sia possibile interrogarsi sulle grandi domande della vita, dove si apprenda il valore del dono di sé, la bellezza delle scelte forti e il coraggio di rispondere alla chiamata di Dio.

Le piccole comunità vocazionali, spesso percepite come marginali o in difficoltà, possono diventare luoghi privilegiati per accompagnare i giovani in questo cammino, creando una rete di sostegno che alimenti la loro capacità di crescita, attraverso un discernimento più centrato sulla persona, libero dal meccanico conseguimento delle tappe, come ha ben riferito la Conferenza Episcopale Italiana.

Costruire il futuro della Chiesa: un impegno condiviso

Il futuro della Chiesa, come si coglie dalla nuova Ratio, non può dipendere dai numeri, ma certamente dipenderà dalla profondità della testimonianza. La Ratio, infatti, ci invita a riscoprire il senso autentico della formazione presbiterale, che non può essere ridotta a un percorso funzionale e tecnico, o ridursi alla sola preoccupazione accademica, per l’acquisizione di competenze teologiche, ma deve essere un’esperienza di incontro profondo con Cristo. Tale esperienza richiede “il giusto tempo” al fine di condurre a una reale maturazione e, allo stesso tempo, dona “più tempo”, qualora fosse necessario accogliere o ritardare l’ingresso di nuovi candidati al presbiterato.

Tale processo, come si evince dal documento, può essere agevolato dall’impegno delle famiglie e delle comunità parrocchiali le quali devono riscoprire il valore della loro missione educativa, accogliendo con pazienza e speranza il cammino dei giovani, favorendo la maturazione di vocazioni autentiche.

Il calo dei seminaristi, come ci sta insegnando questo tempo, può tradursi in un appello a tutti i fedeli, in un invito a non guardare ai numeri come unica misura del successo pastorale, ma a impegnarsi nella costruzione di una Chiesa che, anche attraverso piccole comunità educanti, continua a testimoniare la gioia del Vangelo e la bellezza di una vita pienamente donata a Dio e agli altri.

* Rettore del Seminario Arcivescovile “Pio XI” di Reggio Calabria

La foto è di Antonia Messineo

L’articolo La Ratio per i seminari: un invito a riscoprire la missione educativa proviene da Avvenire di Calabria.