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“La fede non è ereditaria”

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“La fede non è ereditaria” – afferma Morosini – e il “ vostro vescovo è qui per ricordarvi che l’impegno dell’evangelizzazione non è soltanto dei sacerdoti e di poche persone che lavorano all’interno della parrocchia, ma è l’impegno di tutta la comunità.
Mosè diceva: “magari fossimo tutti profeti”, io come vescovo, invece, sento di dirvi: “tutti dobbiamo essere annunciatori della parola”, altrimenti la fede si perderà.
La trasmissione della fede è fondamentale, perché come ho già detto più volte, durante i diversi incontri con le parrocchie e l’ho ripetuto nel messaggio della scorsa settimana, “la fede è una storia che si racconta” (Benedetto XVI)”.
Quale storia bisogna raccontare – si chiede e ci chiede il nostro arcivescovo.
“E’ la storia sacra iniziata con Abramo, quella che trova la sua pienezza in Gesù Cristo e nel mistero della sua resurrezione.
Stasera, voglio, però, puntualizzare l’attenzione sul “dove” e sul “chi”.
Dove si racconta la fede? Nella comunità che crede.
E chi deve raccontarla questa storia? Sempre la comunità.
Non il Papa, non i vescovi, non i preti, ma la comunità che crede e vuole tramandare un messaggio di vita come una madre fa con un figlio”.
Scendiamo nel particolare – continua il presule – “Cosa vi chiede, allora, il vescovo per questa trasmissione della fede?
Vi chiede un cambiamento di mentalità.
Smettete di dire ai vostri figli di venire al catechismo per la comunione, perché non è la prima comunione che dovete trasmettere, ma la fede.
I sacramenti, purtroppo, ormai sono diventati una tappa come una licenza scolastica.
In famiglia è necessario passare il valore di quello che si vive e non far passare i sacramenti come una conquista.
“Vai a messa, altrimenti il parroco non ti fa la comunione”.
Quante volte sentiamo ripetere frasi del genere.
A messa bisogna andare perché si ama Gesù Cristo, perché uno dei 10 comandamenti ci ricorda di santificare le feste.
E così per tutto il cammino di fede nella vita del cristiano.
Benedetto XVI diceva che la fede non è una somma di nozioni da conoscere, altrimenti basterebbe leggere un libro.
Allora cos’è la fede se non esperienza?”.
Potremmo dire che la fede è un affidarsi a Dio che vince l’angoscia, la fede non esige un faticoso indottrinamento, è il bene più grande e liberante per l’uomo.
Il vescovo conclude il suo messaggio rivolgendosi ai fedeli: “Questo vi chiedo, miei cari, fate conoscere Gesù Cristo, vivete secondo i suoi insegnamenti, non fermatevi alla “teoria” di qualche nozione, andate oltre le “tappe” sacramentali perché la fede deve essere tramandata e vissuta.
In questi giorni sto incontrando i sacerdoti, ho detto loro che hanno tutta la libertà di negare i sacramenti a coloro i quali non vivono un’esperienza di fede autentica.
Pertanto, se avete qualcosa da obiettare fatelo con il Vescovo, non con loro.
Non ci si può accontentare di una preparazione distratta perché l’esperienza di fede non è partecipazione ad una conferenza.
“Voglio conoscere Gesù Cristo”, questo il desiderio che deve nascere dal cuore di ognuno, questo è quello che vi chiede il vostro Vescovo”.

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Gaetana Covelli