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La diocesi di Reggio Calabria ricorda l’arcivescovo Aurelio Sorrentino

Originario della diocesi di Mileto, fu un vescovo che fondò il proprio ministero episcopale all’insegna della comunione affiancato dal “suo” vicario generale, don Italo Calabrò. «Possiate rimanere sempre nell’amore del Signore; che siate sempre più Chiesa, più comunione con Dio e in Cristo – si legge nel suo testamento spirituale – possiate sempre risplendere per l’impegno della fede, per l’operosità della carità e per la costante speranza».

Prima dell’esperienza in riva allo Stretto, guidò – dal 1966 – le diocesi lucane di Potenza, Marsico Nuovo e Muro Lucano in un tempo di forte crisi, fu esempio di equilibrio e attenzione ai fedeli. Certamente passerà alla storia per il Congresso Eucaristico del 1988 a Reggio Calabria che si concluse con l’incontro con il Papa del tempo, san Giovanni Paolo II che si rivolse alla comunità reggina: «A motivo di questa unità di fede e di carità, che trova la sua forza e il suo sostegno nell’Eucaristia, il cristiano – disse il Pontefice – non può impegnarsi nella difesa dell’uomo, della sua dignità, dei suoi fondamentali diritti, primo fra tutti il diritto alla vita».

All’interno della Basilica Cattedrale di Reggio Calabria è stato posizionato un monumento a sua memoria al primo anniversario del suo transito in Dio. «Amo più le aurore che i tramonti – scriveva monsignor Sorrentino nel suo diario conservato grazie all’attenta opera di monsignor Antonino Denisi – ma nella vita ci sono anche i tramonti: le delusioni, le stanchezze. Fortunatamente la fede ci conforta: al di là, sopo l’ultimo tramonto, incontreremo un nuovo giorno e non vi sarà più notte».