Cerca
Close this search box.

La consulta diocesana a confronto su famiglia e cittadinanza

consulta

Obiettivi che, nelle intenzioni programmatiche della consulta, costituiscono più un metodo che un traguardo, nei quali la volontà di avviare processi virtuosi e di trovare un modo di lavorare insieme per vivere meglio la corresponsabilità e la testimonianza, prevale sul risultato, senza preoccuparsi troppo di costruire programmi rigidi o di avere riscontri immediati.

È quanto emerso dalla riunione finale del 7 luglio scorso, nella quale si è fatto il punto sul cammino intrapreso nei tre ambiti di apostolato laicale ed impegno civile individuati ad ottobre: povertà, famiglia, cittadinanza. Durante l’incontro si è ribadita l’importanza della collaborazione piena al prossimo cammino pastorale sui temi della missione giovani voluta dall’arcivescovo Morosini e della comunione ecclesiale, tema del prossimo convegno diocesano di settembre.
«Quanto fin qui fatto – sottolinea il segretario della consulta Carmine Gelonese – ha avviato un lavoro comune cui hanno partecipato più della metà delle aggregazioni presenti in consulta. È un cammino che continuerà nei prossimi mesi, con un occhio alla presenza del laicato cattolico nella nuova città metropolitana, non essendo la vita della città, il bene comune, cosa altra rispetto o separata rispetto alla partecipazione alla vita della Chiesa. Come far crescere in qualità e presenza il laicato cattolico associato nelle città e nelle piazze della nostra diocesi? Con questa domanda abbiamo iniziato ad ottobre il cammino annuale della consulta, consapevoli della necessità che nel momento presente, il nostro contributo non può che partire dalla (ri)scoperta della dimensione vocazionale del nostro essere “qui” ed “ora”, come Chiesa e non solo come singole appartenenze. Le sfide concrete del nostro territorio, e la stessa forza della matrice di ecclesialità che ci contraddistingue, richiedono un impegno comune ». Il metodo operativo si è concretizzato nella collaborazione delle diverse aggregazioni laicali cercando di valorizzare nelle complementarietà la varietà degli apporti e di individuare alcuni possibili percorsi di crescita comune.
Un cammino compiuto insieme agli altri organismi della pastorale diocesana e nel solco delle indicazioni date dall’arcivescovo, in quella visione poliedrica della comunità ecclesiale in cui ognuno dà il meglio di sè nell’insieme della missione della Chiesa.
«Il filo conduttore del lavoro per ambiti – precisa Carmine Gelonese – è dato dalla consapevolezza di trovarsi in uno snodo epocale. Di fronte alle emergenze dei nostri territori, sappiamo di dover essere sempre più consapevoli dei nostri diritti e doveri e di avere la vocazione, come cristiani, di individuare e proporre soluzioni, come suggeriva l’arcivescovo Morosini nella lettera alla città del 2014. Vogliamo mettere in gioco le nostre realtà, condividere e mettere a servizio i carismi di ciascuno per arrivare ad almeno tre proposte, una per ambito, da costruire insieme per i prossimi anni e che siano il segno, nelle città e nei paesi della diocesi, della comunione dei gruppi ecclesiali, di un laicato cattolico adulto che sa pensare, progettare insieme strade e soluzioni nuove, che sa costruire ponti e strade laddove si cerca di costruire muri e barriere. È un obiettivo ambizioso? Forse, ma è perfettamente in linea con quanto di buono negli anni la consulta ha già fatto, e si traduce ora in una comunione a servizio della missione laicale, perché possiamo operare tutti insieme quella conversione missionaria e quella sinodalità cui il Papa sollecita».
Antonia Cogliandro