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La consacrazione a Dio un dono d’amore

sentiero

E Come Eva è madre di tutti i viventi, la Nuova Eva, Maria, è madre di tutti i credenti.Cosa c’entra questo con la vita consacrata al femminile? Potremmo situarla meglio che delineandone gli estremi “Tra Eva e Maria”? Donna come Eva, la donna consacrata vive nella Chiesa la sua pienezza di identità con le stesse caratteristiche della progenitrice: è aiuto simile all’uomo e spesso attende ancora la concretizzazione della sua pari dignità; è l’unico essere con cui l’uomo possa entrare in comunione e basta guardare alle grandi “coppie” della Chiesa, come Francesco e Chiara, per comprendere quale livello di condivisione spirituale possa e debba offrire la donna consacrata; è colei che è fragile, come sa chi alla sequela di Cristo cerca la conformazione a Lui e si scopre quotidianamente infedele e lontana dal suo Signore e Sposo; è colei che genera, pur se nella sofferenza, nuovi uomini e qui ci sono da scoprire gli immensi orizzonti dei tanti modi di essere madre, nessuno dei quali è indenne da fatiche e dolori.
Donna come Maria, la consacrata vive nel mistero di una chiamata che l’ha raggiunta e l’ha ricolmata di riconoscenza, offre se stessa nella disponibilità all’azione dello Spirito, media tra i bisogni degli uomini, privi del vino buono, e gi interventi divini, viene resa feconda dal dono proveniente dalla Croce, coltiva in sé e diffonde la speranza, finché non vede che la Vita ha sconfitto la morte nell’alba del Nuovo Giorno, nell’alba di tutti i nostri giorni aperti alla grazia. Ma, per quanto a Maria si rivolga ogni consacrata, la distanza da Lei sarà sempre garanzia che nessuna può ritenersi arrivata e che l’umiltà (frutto prezioso di tutta una vita di preghiera e di servizio) è raggiunta solo chi accetta le umiliazioni e si riconosce sempre bisognosa di conversione. Resa da Dio suo possesso esclusivo, la donna consacrata vive del suo Amore e cerca di testimoniarlo vivendo con gli altri e per gli altri, con il cuore unito a Lui nella preghiera, le mani aperte ad accogliere e a lavorare, i piedi pronti ad andare dove altri non arrivano, il cuore disponibile ad amare o a chiedere perdono per non avere saputo ancora amare abbastanza. (A.C.)