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La Chiesa in uscita verso le periferie, cuore della missione

Veglia Missionaria Reggio Calabria

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L’interpretazione del tema da parte dell’Ufficio Missionario, diretto da don Antonino Russo, è stato proposto Lunedì 20 ottobre 2014 alle ore 19:30 in Cattedrale durante la celebrazione della Veglia missionaria presieduta dall’Arcivescovo.}
La riflessione offerta da Padre Giuseppe Fiorini Morosini ha invitato a guardare dentro questo tempo dove si manifesta la perdita della certezza della fede e ci si dimentica della centralità di Gesù Cristo come unico Salvatore.
Un tempo dove occorre ricostruire un contesto di fede (fiducia) ripartendo da una Evangelizzazione che tenga conto delle povertà materiali ma anche di quelle esistenziali e morali. Serve operare perché l’ideologia consumistica ceda il passo alla ragione del bene comune. Per Padre Giuseppe diventa prioritario raccontare la storia di Gesù nelle nostre Comunità perché essa possa diventare la storia della nostre vite e comprendere così l’atto di fede a cui aderiscono i missionari quando si offrono per abitare terre difficili.
Il canto “Tu sarai profeta” introduce le testimonianze di Tito Squillaci e Nunziella Cocuzza, missionari in Sierra Leone. Tito parla di storie dai nomi africani e di una “ebola” che non si vede e che continua a mietere vittime.
Poi ci trasferisce una sua riflessione: “Per chi vive in terre di missione può esserci la sensazione che si sta facendo troppo poco rispetto ai bisogni espressi ma se si è consapevoli che si è un anello di una catena di cui ognuno di noi può fare parte allora diventa possibile esprimere risposte efficaci ai bisogni di questi nostri fratelli” e aggiunge: “In Africa non si va per pietà ma per Amore”.
Nunziella racconta la sua esperienza indagando sulle capacità di amore che un uomo o una donna possono manifestare e in un passaggio della sua testimonianza così si esprime: “Tutti siamo chiamati per “attrazione” al bene (per ricostituire l’Immagine, che abbiamo scolpita dentro), in qualsiasi situazione ci troviamo. Questo è il nostro “mandato”, dunque, niente di eroico, ma semplicemente una necessità vitale e, così come siamo tutti fisicamente diversi, abbiamo anche missioni diverse, tutte ugualmente importanti, perché, se le assumiamo, ci portano a Lui, il vero fine di ogni cosa. Così ricostituendo l’immagine ricostituiamo anche il corpo di Cristo.
Non stanchiamoci mai di essere la mano di Dio, accarezziamo il “piccolo” che ci sta accanto finché non giunga il giorno”. Dalla Sierra Leone al Porto di Reggio Calabria, scenario dei tanti sbarchi avvenuti negli ultimi mesi, dove continua a dichiararsi il valore dell’accoglienza. E’ Bruna Labate, del Masci di Reggio Calabria a raccontare questa esperienza al “plurale” che vede coinvolti il Centro Missionario diocesano, la Caritas, l’Ufficio Migrantes, la Comunità Papa Giovanni XXIII, il Masci, l’Agesci, il CVX e il MOCI. Sono più di 1.600 gli immigrati che sono stati accolti in ogni ora del giorno e della notte.
Una accoglienza testimoniata dalle immagini: soddisfare le esigenze di un primo soccorso sanitario, porgere una semplice bottiglia d’acqua, vestire i naufraghi, preoccuparsi dei minori non accompagnati. Bruna racconta del Battesimo di Prospero ricevuto sotto un gazebo sulla banchina del porto e di una bambina nata in mare e accolta, per la sua prima volta, sulla terra ferma di Reggio Calabria. La Veglia si è conclusa con il mandato missionario. Bruna, Tito e Nunziella testimoni di quanto si possa fare a favore di chi abita le periferie di questo mondo.
Luigi Arcudi