Cerca
Close this search box.

La Carità cammina sulla strada della concretezza

La delegazione Reggina al Convegno Caritas

{module AddThis}Il Convegno è iniziato lunedì 18 aprile con la Prolusione del Cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente di Caritas Italiana a seguire monsignore Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana ha relazionato sull’ Inclusione sociale dei poveri: una priorità.
I lavori di martedì 19 aprile sono stati avviati con la preghiera e la lectio guidate dalla professoressa Rosalba Manes, biblista; la parte dei contenuti è stata curata dal sociologo Mauro Magatti e dall’economista Luigino Bruni con la relazione Dopo la crisi, ricostruire un paese solidale. Nel pomeriggio tutti i convenuti hanno avuto modo di prendere parte al confronto attraverso dei lavori in gruppo.
Anche le attività di mercoledì 20 aprile ci hanno visti impegnati nella preghiera e nella lectio guidate dalla prof.ssa Manes. E’ stato quindi il momento del respiro internazionale il Cardinale Luis Antonio TAGLE, arcivescovo di Manila e presidente Caritas Internationalis ha relazionato in modo commovente su Opere di una misericordia senza confini. Nel pomeriggio con l’aiuto di alcuni giornalisti ci si è confrontati sul come “ Comunicare la misericordia”. A conclusione don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, ha tracciato la sintesi dei lavori e gli orientamenti per un cammino comune.
Ogni giorno vi sono state le Celebrazioni Eucaristiche presiedute rispettivamente da: Cardinale Augusto Vallini, vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma, Monsignor Romano Rossi, Vescovo di Civita Castellana, ed infine dal Cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente di Caritas Italiana.
Giovedì 21 aprile abbiamo partecipato all’Udienza nella città del Vaticano con il Santo Padre, Papa Francesco.
L’incontro con il Papa è avvenuto nella Sala Nervi. Ovviamente c’era tanta attesa e tanta gioia mentre si aspettava il Suo arrivo. Attesa, gioia, festa che si sono trasformate in emozioni, sentimenti quando Papa Francesco ha iniziato il Suo discorso. Sentimenti di ringraziamento allo Spirito del Signore per aver donato alla Chiesa un Testimone instancabile dell’Amore che Dio manifesta verso i poveri, gli emarginati, i deboli verso coloro che fanno più fatica. Sentimenti di gratitudine verso il Santo Padre per il Suo farsi Pellegrino laddove l’uomo soffre, è emarginato ma principalmente laddove l’indifferenza globale svilisce e calpesta la dignità, la cultura di interi popoli a cominciare da quanti sono costretti a lasciare i loro paesi.
Il discorso del Papa ha sottolineato i valori fondativi, le dimensioni educative, pedagogiche e pastorali della Caritas Italiana. Ha ricordato, così, quanto detto nel 1972 da Papa Paolo VI in occasione del primo incontro nazionale con la Caritas, le affidava questo preciso mandato: “Sensibilizzare le Chiese locali e i singoli fedeli al senso e al dovere della carità in forme consone ai bisogni e ai tempi “ e l’obiettivo per cui essa è nata, cioè: “essere stimolo e anima perché la comunità tutta cresca nella carità e sappia trovare strade sempre nuove per farsi vicina ai più poveri”. Infine ci ha invitati ad una “misericordia attenta e informata; concreta e competente, capace di analisi, ricerche, studi e riflessioni; personale ma anche comunitaria; credibile in forza di una coerenza che è testimonianza evangelica, e, allo stesso tempo, organizzata e formata, per fornire servizi sempre più precisi e mirati; responsabile, coordinata, capace di alleanza e di innovazione; delicata ed accogliente, piena di relazioni significative; aperta a tutti, premurosa nell’invitare i piccoli e i poveri del mondo a prendere parte attiva nella comunità, che ha il suo momento culminante nell’eucaristia domenicale. Perché i poveri sono la proposta forte che Dio fa alla nostra Chiesa affinché essa cresca nell’amore e nella fedeltà “.
Il discorso di Papa Francesco è un invito ad aprire le nostre menti, il nostro cuore, il nostro agire quotidiano a mete sempre più elevate. E’ stato un discorso, come sempre, in cui i valori evangelici sono declinati nella concretezza. E’ il metodo che il Papa stesso indica nella E. G. al n. 221 “Per avanzare in questa costruzione di un popolo in pace, giustizia e fraternità vi sono quattro principi relazionati e tensioni bipolari proprie di ogni realtà sociale“. Colpisce, infatti, come viene declinato il volto della misericordia: 18 aggettivi insieme, contemporaneamente, ad atti concreti da realizzare.
Si tratta di un discorso che necessariamente implicherà un cammino paziente e saggio da percorrere insieme ad una rinnovata passione pastorale. Un cammino da avviare qui e ora. Non è più possibile che alle frequenti dichiarazioni coraggiose del magistero continui a seguire di fatto una prassi ecclesiale che sembra non mutare in nulla.
In questo senso quanto detto dal Papa ci interpella, ci provoca, ci incoraggia, ci illumina, ci invita E’ un invito alla conversione della nostra coscienza, del nostro cuore e poi delle azioni pastorali: come singoli, come operatori della pastorale della carità, come comunità cristiana. Vi è una icona che ritorna molto spesso negli insegnamenti del Papa: è l’invito alla Chiesa di farsi carico della prossimità verso i poveri, di amare la “carne di Cristo” visibile nei poveri e nei piccoli. Lo Spirito del Signore Risorto ci aiuti a metterci in cammino. Ci accompagneranno, anche, la carezza e l’abbraccio che il Papa ha dato ai tanti volontari presenti a conclusione dell’udienza.

Roberto Petrolino