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L’Unitalsi reggina celebra la Giornata Mondiale del Malato

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Con queste parole, il vescovo della diocesi Reggio Calabria – Bova, Giuseppe Fiorini Morosini, ha dato inizio alla celebrazione della XXV Giornata Mondiale del Malato che ha visto impegnata, in prima linea, l’Unitalsi, l’associazione ecclesiale che si occupa del trasporto degli ammalati a Lourdes. Nella parrocchia di SS. Salvatore, in presenza del parroco (nonché assistente diocesano dell’Unitalsi reggina) don Antonio Bacciarelli e di altri sacerdoti, Mons. Morosini si è lungamente soffermato sul senso della sofferenza davanti ai tanti volontari della sottosezione Unitalsi della città, offrendo profondi spunti di riflessione sulla radicalità della fede di ciascuno di noi. Istituita da Giovanni Paolo II nel 1992, grazie anche alla sua particolare devozione nei confronti della Vergine di Lourdes, la Giornata del Malato si celebra proprio l’11 Febbraio, data della prima apparizione della Madonna a Bernadette Soubirous, nella Grotta di Massabielle. E quest’anno, nella cittadina ai piedi dei Pirenei, l’Unitalsi nazionale ha organizzato un pellegrinaggio speciale dal 10 al 12 Febbraio. Oltre mille pellegrini e malati di tutta Italia si sono recati a Lourdes per testimoniare – come ha indicato Papa Francesco – che questa ricorrenza “costituisce un’occasione di attenzione speciale alla condizione degli ammalati e dei sofferenti; e al tempo stesso invita chi si prodiga in loro favore, familiari, operatori sanitari e volontari, a rendere grazie per la vocazione ricevuta dal Signore di accompagnare i fratelli ammalati”. “Stupore per quanto Dio compie: Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente…”, questo il tema pastorale voluto dal Pontefice per la celebrazione della XXV Giornata Mondiale del Malato, un invito a trasformare la fragilità umana in arricchimento spirituale per la salvezza di tutta l’umanità. “Sulla croce Cristo ci ha dato l’esempio di come accettare la sofferenza tra mille difficoltà e dubbi – ha sottolineato il vescovo Morosini – ed anche la grande testimonianza del dono della vita. Lui muore sulla croce non per se stesso ma per gli altri. Oggi, più che mai, celebriamo la santa messa per chiedere al Signore che il sacrificio della morte di Cristo, che si rinnova sull’altare, ci dia quella luce necessaria per addentrarci nel vicolo cieco che è la malattia”.
Roberta Pino