Circa il Seminario...


«Quello che io volevo cercare erano i contorni di un'isola. Ciò che io ho scoperto, alla fine, erano le frontiere dell'Oceano» (L. WITTGENSTEIN).

È da qualche tempo che il tema “Seminario” ha calamitato l’interesse non solo dei cattolici della nostra arcidiocesi, ma anche di politici, intellettuali e semplici cittadini. Interpretazioni imprecise di quanto dedotto da Comunicati Stampa della Conferenza Episcopale Calabra, suggestioni di chi sa più degli altri, ferite che vengono dalla storia della nostra città, hanno portato a far montare un sospetto, come se si stesse tramando contro. E chi sarebbe il protagonista di queste trame? I vescovi della Calabria? Il vescovo di Reggio? Un gruppo che ha come obiettivo distruggere la Chiesa? Per questo, è opportuno chiarire la questione davanti a quanti si pongono domande ed esigono risposte ragionevoli.
La realtà del nostro Seminario, che in questi anni ha arricchito di nuovi presbiteri la nostra Arcidiocesi, è stata sottoposta ad un discernimento che viene da lontano e investe il processo educativo-formativo, oltre che di discernimento vocazionale, dei nostri attuali e futuri seminaristi.
Il tutto è nato nel 1999 con il cosiddetto “processo di Bologna” (attuazione di un quadro di dei titoli accademici condiviso e finalizzato allo Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore), a cui ha voluto partecipare anche la Santa Sede. La partecipazione al suddetto processo ha messo in atto l’urgente necessità di a qualificare gli Istituti Teologici Italiani, in modo da renderli equiparabili agli a livello degli standard accademici europei e rispondenti alle esigenze degli accelerati tempi moderni e al progredire vertiginoso delle Scienze, in modo da consentire ai nuovi presbiteri di sapersi orientare nell’odierno panorama culturale e saper rispondere alle problematiche che l’uomo moderno si pone in questi tempi difficili, sostenendo così adeguatamente la missione della Chiesa
Il Dicastero pontificio per la Cultura e l’Educazione, su invito del Papa, da tempo ha sollecitato i nostri Istituti Teologici, a mettere insieme le forze, i docenti migliori, in Calabria come anche nelle altre regioni italiane. In particolare, per quanto riguarda le Chiese di Calabria, che vivono i medesimi problemi culturali, antropologici, storici e religiosi, da aiutarsi sono state invitate ad aiutarsi, nello spirito di sussidiarietà, a qualificare un Unico Istituto Teologico, Aggregato (secondo livello universitario) alla Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, che serva tutte le diocesi della Calabria.
Per questo motivo, il Santo Padre e il Dicastero hanno invitato i vescovi a trovare una soluzione, in vista del suddetto reciproco aiuto. Si tratta di unificare le forze. Per inciso, lo stesso processo di unificazione è già stato avviato anche per le Università Pontificie della Santa Sede, (Laterano, Urbaniana e Alfonsiana).
Valutando l’Istituto Teologico di Reggio Calabria (e la stessa valutazione riguarda anche l’Istituto Teologico di Cosenza), “affiliato” (non Aggregato) alla Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, è venuto alla luce che tali istituzioni non sono adeguate: mancano i docenti dedicati seriamente alla ricerca, dato che molti presbiteri sono occupati anche nella pastorale; ci sono insufficienti docenti in possesso del dottorato (terzo livello accademico); non sempre le pubblicazioni sulle nostre riviste rispondono a criteri di scientificità mediante il referaggio (fondamentale nel curriculum accademico); infine, il numero esiguo dei seminaristi non permette un percorso accademico lineare, ma costringe a ricorrere a corsi ciclici.
Alla luce di tutto ciò, risulta comprensibile come l’istituzione del Seminario Unico Teologico sia una conseguenza, che peraltro segue quanto sta accadendo in altre regioni ecclesiastiche d’ Italia.
Ecco perché i vescovi hanno da tempo avviato un confronto e una riflessione che porti a delineare un percorso formativo (accademico-umano-spirituale-pastorale) utile a tutte le diocesi della Calabria, tenendo conto delle caratteristiche di questa nostra terra.
Il Seminario Unico Teologico non azzera i Seminari di Reggio e di Cosenza: nelle suddette sedi resterà il percorso filosofico, preceduto dall’anno propedeutico e, dopo i due anni filosofici, si procederà con l’anno missionario, in cui gli studi verranno sospesi in favore di un “tirocinio pastorale” in luoghi di missione. Questa scelta è già stata attuata da quest’anno nella nostra Arcidiocesi.
Soltanto dopo questi quattro anni, coloro che dovranno procedere per gli studi teologici convergeranno a Catanzaro, non perché sia il capoluogo, ma perché è la sede dell’Istituto Teologico Aggregato (secondo livello accademico) alla Facoltà Teologica di Napoli. Esso, in tale processo, sarà un’istituzione rinnovata con una nuova denominazione. Cinque dei docenti di Reggio Calabria – Bova, dottori in Teologia, sono stati coinvolti a servire la nuova realtà accademica.
Le decisioni prese dai vescovi non riguardano i seminaristi che hanno già iniziato il loro percorso teologico, il quale, per la sua conclusione, viene garantito dalla Facoltà.
Certo, la problematica degli Studi a livello unitario ha avuto una precedenza che può sembrare sproporzionata rispetto al percorso formativo umano spirituale, creando difficoltà nelle équipe dei tre seminari e nei seminaristi. In realtà, il susseguirsi delle circostanze hanno portato a fare i passi descritti. Ogni processo nuovo comporta fatiche, incomprensioni, tensioni, ma i vescovi, che hanno a cuore il futuro delle loro Chiese, hanno ritenuto necessario fare questi passi, un passaggio che è quasi una Pasqua, guardando in avanti con fiducia nell’agire dello Spirito di Gesù, che rinnova la Chiesa accompagnandola nelle sfide del tempo, nonostante e oltre i limiti degli uomini: lo Spirito, così come ha agito nel passato, continua la Sua opera di rinnovamento nell’oggi della storia e porterà alla Chiesa i doni di cui essa ha bisogno. Dio è fedele: “Dio non si preoccupa di realizzare i nostri progetti, ma di dare compimento alle Sue promesse” (D. BONHOEFFER).

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