È stato inaugurato oggi, presso l’Aula Magna del Seminario arcivescovile Pio XI di Reggio Calabria, l’Anno giudiziario del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Calabro (Teic) e del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Calabro di Appello (Teica). Tra le fragilità più ricorrenti che portano alla nullità del matrimonio, spicca il grave difetto di discrezione di giudizio, che riflette una scarsa maturità o incapacità di comprendere pienamente gli impegni coniugali.
Inaugurazione anno giudiziario Teic e Teica, la missione: «Un dono di Grazia»
I lavori sono stati aperti dai saluti di monsignor Fortunato Morrone, Moderatore del Tribunale ecclesiastico interdiocesano calabro (Teic), e di monsignor Claudio Maniago, Moderatore del Tribunale ecclesiastico interdiocesano calabro d’Appello (Teica).
Subito dopo c’è stata la relazione dei due vicari giudiziali. Hanno preso la la parola, quindi, monsignor Vincenzo Varone, vicario giudiziario del Teic, e monsignor Erasmo Napolitano, vicario giudiziale del Teica.
Nella relazione del Vicario giudiziale, monsignor Vincenzo Varone, tenuta oggi in occasione dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico interdiocesano calabro (Teic) e di quello d’Appello (Teica) sono stati illustrati i dettagli dell’attività degli uffici giudiziari nel corso del 2024.
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Nell’aprire la sua relazione, monsignor Vincenzo Varone ha richiamato il significato profondo della missione del Tribunale, soprattutto in questo tempo giubilare, definendolo «un dono di grazia», fondamentale per «dare verità di vita a coniugi e famiglie che sono passate attraverso la sofferenza di una ferita che li ha visti “separati”, ma che hanno intrinseco bisogno di luce di verità per essere sanati».
I numeri dell’attività giudiziaria
Durante il 2024, il TEIC ha affrontato un carico di lavoro significativo: sono state introdotte 117 cause, con una leggera diminuzione rispetto all’anno precedente (-9), e ne sono state portate a termine 114. Sono state 111, invece, le cause effettivamente decise. Tra queste, 106 si sono concluse con una sentenza di nullità di matrimonio, mentre in 5 casi è stato stabilito che non constava la nullità.
Al 31 dicembre 2024, i procedimenti pendenti erano 137, rispetto ai 134 dell’anno precedente. Questi dati dimostrano che il TEIC, uno tra i 49 Tribunali Ecclesiastici esistenti in Italia, collocato in una regione di 1,7 milioni di abitanti, produce risultati quasi triplicati rispetto a Tribunali che operano in aree con una popolazione di gran lunga superiore.
Nelle 11 diocesi calabresi di riferimento sono stati completati 9 processi Breviores, con sentenze emanate direttamente dal vescovo-giudice unico, che ha dichiarato la nullità di matrimoni che in maniera evidente sono risultati celebrati in modo non valido.
La provenienza delle cause decise è la seguente: Reggio Calabria-Bova 27; Crotone-Santa Severina 22; Catanzaro-Squillace 20; Oppido M.-Palmi 10; Lamezia Terme e Mileto-Nicotera-Tropea 9; Rossano-Cariati 5; San Marco Argentano-Scalea 4; Locri-Gerace 3; Cassano allo Ionio 2; Lungro 0.
Un dato significativo, emerso dalla relazione di Monsignor Vincenzo Varone, riguarda la durata media dei procedimenti, che si attesta sui 16 mesi. Di questi, 78% delle cause è stato risolto entro i due anni, evidenziando un impegno concreto nel garantire celerità senza compromettere la qualità del giudizio. Più nel dettaglio, 17 cause sono state concluse nell’arco di un anno, mentre altre 75 si sono risolte entro il secondo anno. Tuttavia, 19 procedimenti hanno richiesto tempi più lunghi, a causa di un’elevata conflittualità tra le parti e della complessità dell’attività istruttoria.
Nullità del matrimonio, i casi in aumento
In riferimento ai capi di nullità pretesi in giudizio dalle parti, cinque motivi hanno assunto maggiore rilievo nel 2024, con variazioni significative rispetto all’anno precedente. Il grave difetto di discrezione di giudizio si conferma la causa principale, aumentando dal 60,00% al 64,18%, a dimostrazione di come la maturità e la capacità di discernimento continuino a rappresentare una sfida fondamentale per le coppie. L’esclusione della prole, invece, registra una diminuzione, passando dal 14,79% all’8,10%, mentre l’esclusione dell’indissolubilità del vincolo mostra una crescita, attestandosi dal 11,17% al 13,51%, indicando una maggiore difficoltà nel comprendere e accettare il carattere permanente del sacramento matrimoniale.
Un incremento significativo si osserva anche nell’errore su qualità della persona, che cresce dal 3,52% al 6,08%, evidenziando come la percezione errata delle caratteristiche essenziali del partner possa influire sulla validità del consenso. Infine, il dolo, pur rimanendo meno frequente, raddoppia il suo peso, passando dallo 0,58% al 2,02%, segnalando casi in cui il consenso matrimoniale è stato viziato da inganni intenzionali.
La prospettiva: «Stare accanto alle fragilità familiari»
Questi dati, ha sottolineato monsignor Vincenzo Varone, offrono una riflessione profonda sul significato del matrimonio e sulle fragilità che spesso ne minano la solidità. «Tale quadro – ha commentato – ci ribadisce come le persone che si sposano abbiano bisogno di entrare non solo nella realtà del matrimonio, ma soprattutto nella verità del loro singolo essere e nella propria capacità di vivere una relazione a due “tipica”. Una relazione che sappia essere al contempo approdo sicuro e sprone reciproco, un’occasione per migliorarsi e crescere insieme».
Varone ha voluto richiamare l’importanza di costruire legami solidi, radicati nella consapevolezza personale e nella capacità di vivere «in un’alchimia di cuori e menti, come singoli e come coppia, in osmosi continua con la realtà delle comunità in cui si vive e si opera, da cui trarre e al contempo dare alimento. Tutto ciò – ha aggiunto – nella consapevolezza dell’importanza di vivere una vita che sia ogni giorno “piena” e preziosa agli occhi di Dio».
Sul piano pastorale, il Vicario Giudiziale del Teic ha evidenziato la necessità di un accompagnamento costante delle coppie, sia prima che dopo la celebrazione del sacramento. «Pastoralmente abbiamo un orizzonte molto impegnativo e molto cogente: dobbiamo formare “coscienze nelle persone”, e dobbiamo accompagnare ed aiutare ciascuno a mettere in atto la piena responsabilità di sè stesso con un impegno consapevole e maturo; dobbiamo metterci accanto, come ci ha insegnato Gesù, ad ogni uomo e donna e camminare insieme con lo stile fraterno esigito da una concreta sinodalità», le sue parole.
«Noi siamo e saremo sempre al fianco di tutti coloro che sentono il bisogno di essere sostenuti in tale cammino e lo facciamo con grande generosità di cuore e di mente», ha concluso il Vicario giudiziale del Teic.
L’articolo Inaugurazione Anno giudiziario di Teic e Teica, l’immaturità ancora la principale causa della nullità del matrimonio proviene da Avvenire di Calabria.