Cerca
Close this search box.

In preghiera davanti al mare

pellaro

Sabato 17 giugno i ragazzi, al tramonto, si sono ritrovati per un momento di divertimento e di agape fraterna sulla meravigliosa spiaggia del lungomare di Lazzaro, ma soprattutto per vegliare insieme sotto le stelle, ringraziando il Signore alla conclusione delle attività svolte durante l’anno pastorale parrocchiale 2016–17. Un tempo particolare per tutta la diocesi di Reggio–Bova, quello trascorso, perché è stato l’anno dedicato alle vocazioni di speciale consacrazione. Infatti, l’équipe di pastorale giovanile della zona di Pellaro ha organizzato importanti iniziative che hanno visto la partecipazione numerosa dei giovani. Tra i tanti incontri di formazione si ricorda in particolare la giornata trascorsa a Motta San Giovanni, dal titolo «Chi–amati da Te». Un percorso che ha visto protagonisti i ragazzi, i quali attraverso un itinerario a tappe sono stati resi partecipi dell’esperienza della chiamata vocazionale che ogni parroco della zona pastorale ha condiviso con loro. Anche la liturgia penitenziale e l’adorazione eucaristica in preparazione al Natale celebrate presso la Parrocchia «Maria Ss. del Lume» in Pellaro, la via Crucis interamente animata dai ragazzi presso la Parrocchia dei «Ss. Cosma e Damiano» in Bocale, l’incontro con i ragazzi del Seminario arcivescovile «Pio XI» presso la parrocchia di «San Leo», durante il tempo di Pasqua, tutti momenti di fondamentale importanza per la crescita spirituale dei giovani.

Anche per questo ultimo evento il filo conduttore è stato la «vocazione ». Il momento di preghiera si è incentrato su alcuni elementi molto importanti: il fuoco, la luce e il sale.
Don Domenico Rodà, nuovo parroco della Parrocchia «Maria Ss. delle Grazie» in Lazzaro – che ha ospitato l’evento –, nella riflessione ha invitato i giovani a riflettere su cosa significa per i cristiani oggi essere fuoco, luce e sale. «Il fuoco riscalda, fa luce, unisce – ha affermato don Domenico – e oggi è necessario riscoprire il fatto che noi facciamo parte di un unico corpo».
Così come afferma San Paolo che – nella prima lettera ai Corinzi – ricorda proprio questo: «Anche se siamo tanti siamo un corpo solo». Il momento di confronto guidato da don Domenico Rodà è stato occasione per rendere concreto quello che è il desiderio di Dio, cioè «stare insieme ed essere» – ovvero, «essere per gli altri » – fuoco, sale e luce.
Nel Vangelo che è stato proclamato è chiaro l’invito ad essere cristiani chiamati a rivelare la luce di Cristo, ad essere sale per dare sapore a ciò che è reso sciapo dal male di una società inquieta e disorientata.
La luce è proprio l’essere testimoni in una società che è in continuo cambiamento, in una società che spesso tende ad uccidere i valori. Un lumino acceso a quel fuoco, invece, ha simboleggiato l’intenzione dei giovani di assumersi un impegno che vada oltre quel falò in spiaggia al tramonto; è la pronuncia di un “sì”, come il “sì” della Vergine Maria.
Il desiderio di Dio che parla attraverso il Figlio Gesù dice ad ogni giovane in cammino: «Siate luce, siate sale, siate fuoco, siate testimoni». Un gesto concreto ricco di significato fatto di fronte anche a tante persone che, passeggiando sul lungomare, hanno voluto unirsi alla preghiera guardando, forse con stupore, tanti giovani lì riuniti e la loro gioia nello stare insieme.
Concludendo la riflessione don Domenico ha invitato i ragazzi alla preghiera affinché la testimonianza diventi vera e il proprio «essere di Cristo» non sia superficiale, accidentale, ma viva dentro ognuno, sia vita e speranza chiedendo a Lui il coraggio di essere fuoco che scalda. I giovani sul lungomare di Lazzaro hanno dato testimonianza di essere coloro che danno calore alle persone attorno, di essere cristiani capaci di offrire quella «testimonianza oggi si deve vedere, si deve sentire ». Un impegno a porgere l’orecchio e il cuore all’ascolto della parola di Dio e insieme la gioia di donarsi agli altri condividendo storie di vita, esperienze, desideri, attese, paure, speranze. La vocazione di ognuno, intesa come chiamata a seguire Gesù nei suoi insegnamenti evangelici, diventa, allora un monito per i giovani “vicini” e per quelli “lontani”, un annuncio per riscoprire il senso della vita e della propria storia.

Gianluca Morabito