* all’ascolto di noi stessi, per capire dove ci conduce il cuore ed intercettare così il desiderio verità che ci portiamo dentro per poter discernere la verità della cose, senza obbedire ciecamente alle suggestioni, spesso fallaci, della cultura oggi dominante. Solo se riusciamo ad impostare rettamente quest’ascolto, ci sarà facile incontrare ed ascoltare Dio e i fratelli.
* all’ascolto di Dio, attraverso la lettura più attenta della Bibbia, che deve avere un posto privilegiato nella nostra casa, perché è strumento fondamentale per trasmettere la fede: vi propongo di leggere assieme ‘in famiglia’ il vangelo domenicale.
* all’ascolto degli altri, attraverso esercizi di prossimità e di accoglienza che facciano crescere la nostra capacità di amare e di essere sensibili ai problemi o alle necessità altrui: vi propongo di cercare attorno a voi concrete occasioni di servizio, soprattutto a favore dei più poveri.
A questo maggiore invito all’ascolto, esorto soprattutto voi genitori e quanti avete responsabilità educative: insegnanti, educatori nelle nostre associazioni, responsabili di attività sportive. Vi invito a stare accanto ai ragazzi e ai giovani, a parlare con loro, a interessarvi di loro e dei loro problemi. Fate capire che siete disposti alla con-passione, cioè a portare con loro il peso delle loro fatiche e delle loro paure.
E qualche volta stendete anche la mano per un abbraccio affettuoso: la solitudine è la vera malattia dei nostri ragazzi e dei nostri giovani, che essi non riusciranno mai vincere se si affideranno alle pseudo-risposte che possono dare le droghe, il sesso per divertimento o il chiasso assordante della musica ad alto volume.
Mi rivolgo soprattutto a voi mamme: fermatevi più spesso ad osservare i vostri figli; voi avete un sesto senso che sa cogliere, meglio di chiunque, la loro angoscia interiore.
A chi ha in mano, oggi, la guida della nostra Regione, della Città metropolitana e dei nostri Comuni, chiedo la sforzo di prospettare soluzioni credibili al problema del lavoro nella nostra Calabria: i giovani sono stanchi di sentirsi ripetere le stesse promesse. E intanto continua la fuga dei nostri giovani dalla Calabria.
A tutti mi permetto di ricordare che la disperazione è, spesso, il trampolino di lancio per rimanere vittima della delinquenza, della criminalità organizzata e delle trame, degenerate e spesso barbare, di chi vuole solo disumanizzare la vita!
Infine, mi rivolgo a voi ragazzi e giovani: approfittate anche voi di questo tempo santo, per scorgere le orme di Dio nella vostra vita e affrontare con speranza i vostri problemi; Gesù si è fatto nostro compagno ed amico.
Coraggio: il tempo quaresimale ci ricorda che ogni sofferenza è solo passeggera, perché camminiamo tutti verso la Pasqua, preludio e garanzia della gioia piena che Gesù ci ha promesso.
Buona Quaresima.
+ p. Giuseppe