Una storia di fede, conversione e chiamata: da poco ordinato diacono Pietro Casciano condivide la gioia della sua chiamata.
Ogni vocazione è una convocazione
«Ogni vocazione è una convocazione». È questo che posso testimoniare con ferma fede alla luce della mia piccola esperienza di vita. Sono Pietro Casciano, giovane reggino di ventisei anni; lo scorso 4 ottobre, nella festa liturgica di san Francesco d’Assisi, sono divenuto Diacono della Santa Chiesa di Dio mediante la preghiera consacratoria e l’invocazione dello Spirito Santo da parte del nostro Arcivescovo Fortunato Morrone.
Oggi voglio testimoniare, con semplicità, le meraviglie che il Signore ha compiuto nella mia vita nonostante la mia piccolezza. Il versetto che mi ha accompagnato nella preparazione prossima all’ordinazione, tratto dal Vangelo proclamato il 4 ottobre, recita così: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno» (Mt 11, 25). Mi sento uno di quei piccoli non tanto perché sia giovane, ma perché comprendo come Dio abbia visitato la mia vita e come, senza di Lui, non avrebbe senso la mia esistenza, non potrei vivere come non potrebbe vivere un piccolo bimbo senza le cure materne.
Un cammino di fede iniziato da bambino
Fin da piccolo crebbi nella comunità parrocchiale e, da curioso quale sono, inondavo di domande sulla Scrittura e su Dio le mie catechiste che, con amore, mi prepararono a ricevere la Prima Comunione. Giunto nell’età dell’adolescenza, invece, mi allontanai dalla Chiesa e da Dio: «se tutti i giovani vanno a divertirsi, perché io devo “perdere” il mio tempo in Chiesa?», queste erano le parole che risuonavano dentro di me, e così mi allontanai. In quel periodo la piazza della parrocchia di Ravagnese era luogo di raduno per noi giovani adolescenti. Lì stavamo insieme, giocavamo e forse disturbavamo un po’ troppo il vicinato come si conviene a degli adolescenti movimentati poco più che quattordicenni.
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Il Signore, però, si servì di un giovane sacerdote poco più che trentenne, il caro don Nicola Casuscelli, che non ci allontanò da quella piazza per il troppo baccano, ma rimase lì con noi per un po’ di tempo e ci ascoltò, ci sostenne e giorno dopo giorno ci fece inserire in quella comunità parrocchiale annunciandoci il Vangelo di Cristo.
La scoperta della vocazione
La mia conversione ebbe così inizio. Più amavo, più percepivo l’amore di Dio. Più servivo, più sentivo di seguire il Signore e in quegli anni mi gettai a capofitto nella vita comunitaria spendendomi totalmente nel servizio dell’animazione corale, come educatore e come ministrante. Pensavo di donare me stesso, ma invece ricevevo dalla comunità molto più di quanto io miseramente potessi dare, ricevevo l’amore di Dio mediante persone che fino a poco tempo prima erano sconosciuti e che, per grazia, erano diventati fratelli, strumenti del Signore per la mia vita.
La preghiera di effusione che ricevetti il 2 luglio del 2016 grazie al Rinnovamento nello Spirito Santo, movimento che mai più abbandonai e famiglia che sempre mi sostiene, mi aiutò a comprendere come tutto l’amore di Dio che avevo ricevuto grazie alla comunità ero chiamato a donarlo agli altri: all’interno di una Comunità generativa e in perenne ascolto dello Spirito Santo, avvertii la vocazione divina a diventare padre, non tramite la carne, ma mediante l’azione dello Spirito Santo, attraverso il ministero ordinato, per annunciare con la vita, e con la paternità concessa per grazia, che il Regno di Dio è qui in mezzo a noi.
Iniziò così un periodo di discernimento e successivamente chiesi al Rettore del Seminario “Pio XI” della nostra arcidiocesi di poter essere accolto in comunità per poter ulteriormente discernere questa vocazione. Da quel giorno son passati più di sei anni ed ora ho ricevuto il sacramento dell’Ordine nel grado del Diaconato.
Cammino vocazione, verso la prossima tappa
Con l’aiuto di Dio, tra meno di un anno, riceverò l’ordinazione presbiterale. Mai avrei potuto percepire la mia vocazione se non all’interno di una comunità. La mia parrocchia e il RnS sono stati per me grembo generativo, la comunità del Seminario reggino luogo dove provare e confermare la mia vocazione preparandomi al ministero futuro. Oggi, da Diacono, vivo il mio ministero presso la Parrocchia della Resurrezione, che ringrazio per l’immediata accoglienza, nel quartiere romano di Giardinetti. Da subito sto sperimentando la bellezza dell’universalità della Chiesa, la sua autentica cattolicità.
Grazie alle cure della mia comunità d’origine oggi vivo e servo nella Chiesa il Signore aiutando, in umiltà, altri fratelli ad incontrare Dio. Ogni vocazione è una convocazione proprio perché solo in una comunità ogni giorno si può incontrare Dio! Mi affido a san Francesco d’Assisi, santo diacono, il quale fece esperienza di Dio che illuminò le tenebre del suo cuore rendendolo strumento del Signore tra i suoi fratelli.
L’articolo Il nuovo diacono Pietro Casciano si racconta: «Ogni vocazione è una convocazione» proviene da Avvenire di Calabria.