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Il dono dei sacramenti ci aiuta ad essere santi

Mons. Morosini durante i sabati

{module AddThis}Una parola di speranza, dunque, quella del nostro arcivescovo, una parola che ci spinge a guardare “oltre”, a guardare in Alto in virtù di quella fede di cui tanto si sta parlando durante gli incontri dei sabati, in continuità con il Convegno Pastorale Diocesano.
Due i punti ribaditi dal vescovo: non si fa catechesi per i sacramenti e la formazione va fatta a tappe. Insieme ai parroci si è stabilito che i sacramenti non vanno dispensati superficialmente, pertanto, ci dovranno essere 20 incontri di preparazione al sacramento della cresima e 20 per il sacramento del matrimoni e pure i padrini dovranno fare il loro percorso.
Tuonano un po’ le parole del Presule e diventano più forti quando annuncia all’assemblea che non farà più cresime a coloro i quali nello stesso giorno ricevono il sacramento e qualche minuto dopo fanno da padrini (o meglio compari). Non siamo obbligati a credere, la fede è qualcosa di serio e seriamente bisogna percorrere il cammino di fede.
Riferimento importante, nella seconda parte della catechesi, è quello al Sinodo sulla famiglia da poco concluso. A riguardo, Morosini afferma che oggi, purtroppo, c’è una confusione enorme e si fa passare per vero sui mezzi di comunicazione cose che né Papa, né vescovi affermano. I nostri giornali hanno parlato di comunione ai divorziati, di unioni civili ecc.
Si sono preoccupati molto della comunione ai divorziati o di fare da padrino/madrina – sempre nel caso vi siano divorziati a dover assumere tale ruolo. “Hanno scritto che i sacerdoti decideranno caso per caso. Vi dico che non è vero niente – dice il nostro arcivescovo – il Sinodo non ha detto questo. Bisogna leggere il documento ufficiale. Il sinodo, non decide, ma riflette, discute e poi propone al capo della Chiesa”. Infatti, si dice di non tenere emarginati i divorziati, i separati, di inserirli nella vita della chiesa attraverso un giusto discernimento. Adesso sarà il Papa a scegliere le strade da percorrere concretamente, ancora, però, non si è pronunciato a riguardo. Io da Vescovo ho chiesto ai parroci – continua Morosini – di leggere in tutte le chiese, una lettera che chiarirà alcuni punti a riguardo”.
Viviamo, allora, la festa di tutti i santi con la speranza e la gioia nel cuore, quella santità che è il volto più bello della Chiesa che è riscoprirsi in comunione con Dio, nella pienezza della sua vita e del suo amore. Si capisce, allora, che la santità non è una prerogativa soltanto di alcuni: la santità è un dono che viene offerto a tutti, nessuno escluso, per cui costituisce il carattere distintivo di ogni cristiano.
Gaetana Covelli