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Il discorso dell’Arcivescovo a Piazza della Consegna

Festa Patronale Reggio Calabria

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Ma è solo un’impressione, perché sappiamo che Dio non abbandona mai i suoi figli e la Vergine Maria, costituita da Gesù nostra Madre, non ci può abbandonare.
Permettetemi di dirvi sì parole di incoraggiamento e di speranza perché tutti ogni anno, celebrando la festa della Patrona, abbiamo bisogno di riprendere forza per sperare e continuare a lavorare tutti, nel segno dell’unità, per la rinascita della nostra città e della nostra terra.
Ma perchè la speranza sia costruttiva è necessario, miei cari, che noi diamo ad essa una veste, e questa veste ha un solo nome: il nostro impegno morale, religioso e civile.
Perché non troviamo, come città ferma fisicamente, il coraggio di fermarci spiritualmente e riflette? Il grave episodio di Melito, la sparatoia qui in città l’altro giorno, sono gli ultimi episodi che descrivono il nostro disagio sociale e ci chiedono di fermarci e riflettere sulla necessità di ricostruire il nostro tessuto in nome di quei valori che la Vergine Maria ci richiama mostrandoci Gesù. Fermarci e riflettere sul rapporto fede e vita.
Fermarci e riflettere se e quando raggiungeremo la maturità di guardare il male negli occhi e denunciarlo. L’alra sera ho definito l’omertà come la tubercolosi dello spirito, che lentamente consuma ogni energia.
Fermarci e riflettere se noi adulti siamo capaci ancora di essere autorevoli nella proposta educativa.
Fermarci e riflettere se abbiamo il coraggio di riconoscere che abbiamo ridotto la sessualità a mera merce di divertimento, dimenticando che essa è dono di amore per la vita.
Fermarci e riflettere che la vita umana è un valore troppo grande e che la persona ha una dignità che nessuna persona ha diritto di calpestare. Chiediamo alla Vergina di donarci la forza della conversione e la gioia della Consolazione. Anche quest’anno il suo ritorno in città aiuti le famiglie in questo difficile cammino, stretti dalle difficoltà economiche, dalla mancanza di lavoro, dal disagio morale, ma sorretti dalla fiducia nella Consolatrice nostra.