Dopo un lungo periodo di attività “a distanza”, gli studenti di Scienze religiose hanno scelto di concludere il loro anno accademica all’insegna della condivisione.
Una proposta nata dai ragazzi e colta al volto dal direttore dell’istituto, padre Pasquale Triulcio. Destinazione: Bagnara Calabra. La gemma della Costa Viola conserva al suo interno la Cittadella dell’Immacolata, casa della comunità dei Piccoli Fratelli e Sorelle dell’Immacolata.
Ad accogliere i ragazzi è stata suor Uberta «la quale ci ha introdotti in questa bella realtà che è la Cittadella dell’Immacolata», scrive Demetrio Marino, rappresentante degli studenti. Quest’ultimo assieme a Mariangela Latella hanno fatto un intervento per parlare della bellezza dell’Issr. Una presenza arricchente per tutta la comunità diocesana.
Durante la messa, padre Pasquale Triulcio si è soffermato sulla figura di san Benedetto da Norcia e sull’attualità del suo messaggio. Dopo padre Carlo Cuccomarino Protopapa, cappellano delle carceri, ha offerta una preziosa testimonianza della sua vocazione e dell’esperienza maturata all’interno delle carceri.
Don Paolo Martino, parroco di Melicuccà e custode delle grotte – venuto inaspettatamente grazie all’invito di uno studente – ha approfondito la vita santa di tanti eremiti vissuti in quei luoghi. La storia di questi modelli di santità dimostra ancora una volta che la Calabria è un albero dai molti frutti dal punto vista spirituale.
«Siamo stati convocati con simpatia dai rappresentanti degli studenti sulle pendici del Monte Sant’Elia di Palmi. Qui si trova la Cittadella dell’Immacolata a Ceramida di Bagnara». Inizia così il racconto dei professori Giorgio Bellieni e Caterina Borrello.
Tutto questo «con lo spirito di passare dallo studio (dopo un anno di fatiche intellettuali, anche virtuali, per tutti), all’esperienza dell’accoglienza. La Comunità accademica, dedita solitamente alla ricerca e alla crescita culturale sa farsi anche comunità di lode e di ascolto».
«Una domenica serena quindi, trascorsa nell’esperienza della bellezza e di feconda integrazione al “curriculo”, per la nostra Comunità accademica e per il suo servizio, nella maturazione dell’amicizia intergenerazionale e dell’intelligenza incarnata del Mistero» concludono i prof.