Il Giubileo della Speranza rappresenta un’occasione privilegiata per riflettere sulla vocazione al presbiterato, riscoprendo il valore del ministero sacerdotale e l’importanza del seminario diocesano come luogo di crescita e discernimento.
Vocazione sacerdotale: un dono per la Chiesa e il mondo
Da pochi giorni, con solennità e partecipazione di popolo, abbiamo dato inizio al Giubileo della Speranza.
Lo scenario di una comunità stretta attorno al proprio pastore, e di un popolo che riconosce nel volto dei presbiteri presenti, i propri parroci, ministri e amici, provoca la seguente riflessione: “Nel contesto del Giubileo della Speranza, la Chiesa torni ad annunciare il vangelo della vocazione al presbiterato e a riscoprire i pilastri che sostengono la sua missione evangelizzatrice!
Tale considerazione muove dal comune impegno che interessa presbiteri e laici chiamati, in modo distinto, ad annunciare lo stesso Vangelo. Il segno posto all’inizio della celebrazione giubilare con l’aspersione del popolo santo, da parte del Vescovo, come richiamo del comune battesimo e rimando al servizio del ministero presbiterale a vantaggio di tutto il popolo, provoca riflessioni serie sul modo in cui la Chiesa debba impegnarsi nel manifestare la comunione, nella diversità di carismi e ministeri.
Il ministero presbiterale, infatti, è chiamato a essere un segno vivo del sacerdozio battesimale, servendo il popolo di Dio con umiltà e dedizione. Attraverso la celebrazione dei sacramenti, la predicazione della Parola e la guida pastorale, il presbitero sostiene i fedeli nel vivere la loro vocazione battesimale, rendendoli partecipi dell’opera di Cristo. Questo servizio non è un privilegio, ma una missione che si radica nel dono del battesimo, fonte comune di ogni vocazione cristiana, per edificare la comunità nella santità e nell’amore.
Tuttavia, in un tempo spesso povero di scelte forti e di donazione generosa e piena verso i poveri e gli ultimi, la vocazione al presbiterato emerge come un tema di cruciale importanza, un’opportunità per riflettere sulla bellezza e sulla necessità del ministero sacerdotale, anche come fonte di guida spirituale e punto di riferimento per le comunità cristiane.
Il ruolo cruciale del Seminario diocesano
Al centro di questa riflessione si colloca anche la funzione dei seminari e il ruolo della formazione. Il seminario diocesano, che non è solo un luogo, un edificio storico o una realtà preposta alla formazione teologica, rimane soprattutto spazio di crescita, discernimento e formazione. Situato nel cuore della nostra città, il seminario è presenza viva, che testimonia la forza della chiamata di Dio e la risposta dell’uomo.
Qui, i giovani che si sentono interpellati dal Signore, intraprendono un cammino di discernimento che li prepara a diventare pastori secondo il cuore di Cristo, uomini devoluti alla causa del Vangelo e donati al popolo, dal quale sono chiamati.
Il seminario, così come emerge dai documenti della Chiesa, non è una realtà isolata dal resto della comunità, ma un faro che illumina il territorio circostante. Proprio per questo la sua missione non si esaurisce nell’offrire ai candidati al sacerdozio una formazione umana, spirituale, culturale e pastorale, ma si estende nel servizio alla diocesi, testimoniando con la propria presenza e con le proprie attività, la gioia di una vita dedicata al Vangelo. Ciò viene espresso attraverso incontri, iniziative culturali e momenti di preghiera aperti alla comunità dove, il seminario, si pone come ponte tra la vocazione personale e la vita ecclesiale.
La testimonianza viva dei seminaristi
I seminaristi sono segni concreti della speranza e della vitalità della Chiesa. Con la loro scelta di vita, in netto contrasto con il pensare e l’agire del mondo, testimoniano che la risposta alla chiamata di Dio è possibile e dà senso a tutto il resto derivi da questa adesione all’invito del Signore a seguirlo da vicino. La loro stessa vita, provoca anche il nostro sacerdozio e ci rimanda alle radici della nostra vocazione.
Vivendo nel seminario, i seminaristi si impegnano in una formazione integrale che li prepara a diventare uomini di Dio, capaci di dialogare con il mondo contemporaneo e di rispondere alle sfide del tempo presente, soprattutto del territorio stesso nel quale andranno a operare.
La loro presenza nei servizi pastorali della diocesi, nei centri giovanili, nelle parrocchie e nelle opere di carità è una testimonianza concreta e viva dell’amore di Dio per il suo popolo.
Molti giovani, incontrando i seminaristi, scoprono il valore di una vita spesa per gli altri e possono essere a loro volta ispirati a riflettere sulla propria vocazione.
Una comunità chiamata a sostenere le vocazioni
Nel contesto del Giubileo della Speranza, allora, parlare di vocazione al presbiterato significa richiamare alla mente dei fedeli un dono che Dio offre alla Chiesa e al mondo, un invito a tornare alle radici del Vangelo e a riscoprire la centralità del servizio, della preghiera e della missione, verso tutti i battezzati.
Proprio perché la vocazione sacerdotale non è una scelta riservata a pochi, la Chiesa deve continuare a presentare con fiducia, soprattutto ai giovani, l’invito a rispondere con “coraggio” alla chiamata di Gesù; coraggio che lo Spirito ancora elargisce in abbondanza agli uomini amati dal Padre, perché Egli è datore di ogni dono.
Questo tempo di grazia che il Giubileo ci offre può diventare l’occasione per rilanciare una cultura vocazionale che coinvolga tutta la comunità, spesso abituata o arresa al calo di vocazioni. Ogni fedele è chiamato a pregare per le vocazioni, a sostenerle e a promuoverle, riconoscendo il valore insostituibile del sacerdote nella vita della Chiesa, ma è soprattutto ai sacerdoti e al Vescovo diocesano che compete una proposta forte, un impegno tenace e un annuncio altisonante della vocazione al presbiterato, perché anche dall’adesione di questi fratelli alla chiamata dipende il proseguo del loro lavoro.
Parlare di vocazione al presbiterato significa riconoscere il dono che Dio continua a fare alla sua Chiesa e impegnarsi affinché questo dono trovi terreno fertile per germogliare e portare frutto.
Il Seminario: grembo dove la Speranza si fa carne
Attraverso il Giubileo della Speranza sentiamo che il nostro seminario diocesano si offre come un simbolo di fede, un laboratorio di umanità e una scuola di santità; un luogo dove le vocazioni prendono forma, dove la Chiesa si rinnova e dove la speranza si fa carne.
In questo tempo giubilare, dove tante porte si aprono come opportunità per trovare perdono, le porte del seminario si aprono, sotto il segno della speranza, affinché il nostro cuore si lasci “fare dalla bellezza” e la chiamata al sacerdozio ministeriale trovi la maturità di tanti “sì” espressi con generosità totale al Signore.
* Rettore del Seminario Arcivescovile Pio XI di Reggio Calabria
La foto è di Antonia Messineo
L’articolo Giubileo della Speranza: è il tempo di risvegliare la vocazione al presbiterato proviene da Avvenire di Calabria.