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Genitori “a bordo campo”: stop alla violenza

Presidente CSI Reggio Calabria - Paolo Cicciù

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Il CSI, si occupa di Sport, e lo fa da 70 anni, incontrando quotidianamente, attraverso le nostre attività, oltre un milione di giovani in Italia. Non siamo alla ricerca di consensi o medaglie, ma “sul campo” comune, quella dell’educazione dei nostri figli, vogliamo giocare una partita assieme e, necessariamente, vincerla: vediamo spesso e volentieri scene di follia generale rispetto alle competizioni sportive, a qualsiasi livello e, molte volte, lontano dai riflettori accade che in partite giovanili siano propri i genitori a perdere il lume della ragione, applicandosi in atteggiamenti diseducativi e cercando di bypassare le regole per una vittoria dei propri figli, che potremmo definire di Pirro, per la devastazione culturale che essa impone.
“Cattivi maestri” che credono che il fair play sia relegabile ad un mero spot pre-partita e non si accorgono come queste azioni comportino una “doppia sconfitta”: è questione di responsabilità nei confronti dei propri figli e di testimonianza, nel nome del rispetto dell’altro, delle istituzioni (vorrei sapeste cosa passano i giovani arbitri) e di se stessi. Mi trovo quotidianamente ad ascoltare famiglie e giovani che a causa di un eccesso di aspettative caricate sulle spalle fragili dei ragazzi, della mancanza dell’ascolto delle volontà dei propri figli rispetto anche alle loro reali passioni, della non disponibilità ad accogliere i limiti dei propri figli nella pratica sportiva, si trovano davanti a drammi familiari a volte irreversibili.
Mi rivolgo ai genitori: non preoccupatevi se vostro figlio non è il più bravo della squadra, se non è il leader o non è sempre il più ricercato dagli allenatori. Non fatevi affliggere dalla frustrazioni di un passato poco glorioso da sportivo, non scaricate su vostro figlio la rabbia di chi pensa che solo con l’inganno e con la furbizia si può primeggiare. Non urlare, non trovare, sempre negli altri, i motivi della sconfitta. Gli altri non sono i tuoi nemici. Non delegare l’educazione di tuo figlio. Ricordiamoci sempre che alcune nostre scelte, azioni e considerazioni li guidano e li accompagnano.
“Il bordo campo” diventi per noi genitori l’opportunità per vivere con nostro figlio un’esperienza significativa, unica, irripetibile. Il viaggio in macchina fino al centro sportivo sia per entrambi il tempo della trepidante attesa, della bellezza di condividere un’emozione. La partita di nostro figlio diventi il libro sui cui scrivere un racconto fatto di sentimenti, paure, incontri e sogni. I sogni, caro genitore, sono quelli di nostro figlio, non i nostri. Un ragazzo che ha giocato, sudato, lottato, perso, pianto e sognato è un investimento sulla persona per farlo divenire domani un adulto responsabile e felice.
Caro genitore, il meglio non coincide quasi mai con i risultati in campo. Scegli l’allenatore attento a tuo figlio, l’allenatore che si preoccupa di tutti e tutto, quello che si ricorda il compleanno e quello che riesce a far ridere tuo figlio. Diffida dei venditori di fumo, stai attento perché la tua scelta è determinate per il futuro di tuo figlio. Lo sport è solo un gioco! Scegli sempre il bene anche se questo a volte non coincide con la fama, il successo, la gloria. Da un anno è attivo al CSI il “Forum Nazionale Genitori a Bordo Campo” (www.csireggiocalabria.it oppure la pagina Facebook Forum Nazionale Genitori a Bordo Campo): anche noi abbiamo iniziato il nostro “calciomercato”. Siamo, infatti, alla ricerca di genitori responsabili che sappiano essere testimoni credibili, a partire proprio dal “bordo campo”.