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L’appello di Benedetto XVI di creare forme di gemellaggio come sostegno e testimonianza concreta di carità alle famiglie della Grecia è stato accolto dalla nostra Caritas già da diverso tempo, che in seguito alla visita alla Caritas di Atene ha progettato alcune forme di aiuto al centro rifugiati della città e ad una chiesa cattolica dedicata a santa Teresina di Liseux, nella quale il parrocosi sta prodigando perché i locali della parrocchia siano un riferimento per i tanti abitanti che, cercano di guadagnarsi da vivere, raccogliendo il materiale per la raccolta differenziata. La situazione di emergenza vissuta in Grecia non lascia però in pace il nostro cuore e il 10 agosto un’altra piccola delegazione della Caritas Diocesana di Reggio Calabria – Bova (Sac. Antonino Pangallo, Sac. Antonino Russo, Sac. Claudio Roberti, Maria Angela Ambrogio, Matteo De Pietro, Suor Loriana Torelli, Suor Maria Lisa Schiavone e Alfonso Canale) è partita diretta a Tinos, isola dell’arcipelago delle Cicladi. Già dalla composizione della delegazione è possibile tracciare la ricchezza della diversità che ha caratterizzato questo nostro viaggio: una mamma e un papà, un giovane adulto, tre preti diocesani e due Suore Francescane Alcantarine che gestiscono il Centro di Ascolto “Mons. Italo Calabrò” di Archi. Ad Atene si è aggiunto al colorato gruppo, un Responsabile di Caritas Italiana (Danilo Feliciangeli), incaricato da Roma con la moglie (Chiara Bottazzi), proprio nelle situazioni di emergenza, che in questo periodo è il nostro riferimento a livello nazionale.
La nave sulla quale ci siamo imbarcati ad Atene, dopo circa cinque ore di navigazione, ci fa passare quasi per incanto dalla città caotica e sovraffollata, alla vita particolare che in genere caratterizza tutte le isole. Mentre l’equipaggio della nave provvedeva all’ormeggio, lo sguardo di ciascuno è stato attirato dalla luce emanata dalle varie costruzioni, che, caratterizzate dall’essere totalmente bianche con le imposte blu, richiamano i colori della bandiera nazionale. Il paesaggio intorno è brullo, arido, pieno di muri di pietra costruiti nei secoli dagli abitanti, con i quali hanno terrazzato i vari luoghi, per favorire le diverse coltivazioni. Incredibili monumenti naturali scavati nella roccia dal forte vento, rendono caratteristici questi luoghi, e dicono la forza della natura che nei secoli ha manifestato e continua a manifestare la sua potenza. L’isola è molto piccola, ma nella sua piccolezza contiene una concentrazione di diversi elementi, tale da renderla un tesoro prezioso. Il villaggio del porto presenta i vicoletti caratteristici: è necessario fare attenzione per non intralciare nei numerosi tavoli e sedie allestiti dalle taverne e ristoranti, nelle quali si ha la possibilità di assaggiare i piatti caratteristici locali; incredibile il numero di negozietti nei quali si vendono ai numerosi turisti di questo periodo, i ninnoli caratteristici di questo luogo. Allontanandosi però dal centro turistico, si coglie una normalità di vita isolana.
Piccolissimi villaggi, circa una quarantina in tutta l’isola, che durante il periodo estivo raddoppiano la loro presenza affittando le piccole case caratteristiche del luogo, dicono ancora una semplicità e essenzialità di vita, la quale sembra quasi non sia stata intaccata dalla frenesia che avvolge la vita quotidiana di chi vive in città. Nel villaggio di Loutra, dopo aver percorso a piedi un piccolo itinerario tra la vegetazione, siamo saliti nella macchina del tempo che ci ha trasportati a qualche decennio fa. Infatti abbiamo visitato due musei, uno che minuziosamente descrive la presenza delle suore orsoline sull’isola che hanno offerto un servizio educativo e scolastico per molti anni a migliaia di bambini provenienti da ogni parte della Grecia e dell’Europa, e un altro più piccolo che narra la presenza significativa dei gesuiti, sempre nel campo educativo.
In un pomeriggio, accompagnati da Adònis, presidente della Caritas locale e alcuni suoi collaboratori, abbiamo visitato dei luoghi caratteristici dell’isola, in particolare un villaggio intero adibito a monastero, Tinian Kechrovounie, nel quale vivono alcune monache ortodosse ritmando con la preghiera, la loro giornata; una struttura nella quale vengono accolti durante il giorno alcuni anziani, assistiti da vari punti di vista; un ostello, costruito accanto alla Chiesa del Sacro Cuore di Gesù tenuto dai gesuiti, che ha la possibilità di accogliere gruppi per campi scuola.
Infine, abbiamo concluso il nostro giro sull’isola, mettendoci in ascolto dell’esperienza vissuta sull’isola dagli operatori Caritas, che condividevano l’operato che svolgono con le famiglie in difficoltà, dal momento che la crisi economica sta raggiungendo anche questo piccolo pezzo di paradiso. In una piccolissima Chiesa cattolica abbiamo restituito sull’altare la ricchezza condivisa nel pomeriggio, chiedendo l’avvento del Regno di Dio, nella celebrazione eucaristica quotidiana.
L’isola ha però una caratteristica particolare che ha donato al cuore di ciascuno di prendere consapevolezza della bellezza della diversità, anche nel campo della fede. Infatti vi è la compresenza di due grandi santuari dedicati a Maria, a cui i greci ortodossi e i greci cattolici fanno riferimento. La cattedrale di Panaria, custodisce l’icona della Madonna Evangelístria, ossia dell’Annunciazione, chiamata anche dal popolo Megalocharis, ossia la “Grande Grazia” o la “Piena di grazia”. Ciò che accomuna i due centri religiosi è una forte devozione a Maria. Infatti come una vera mamma, Maria riesce ad accomunare ciascun figlio, anche se in superficie sembra percorrano strade diverse. E ai figli ha manifestato la sua volontà nello stesso modo: Maria è apparsa in sogno a due fedeli, ortodosso e cattolico, e ha chiesto che venisse costruito un tempio a lei dedicato. La celebrazione della festa dell’Assunzione di Maria, per gli ortodossi la Dormitio, ci ha donato di partecipare alle celebrazioni delle due comunità, gustando la bellezza di una fede celebrata nel proprio specifico. La notte della veglia, insieme a gran parte della comunità cattolica, riunita intorno al proprio Pastore, abbiamo pregato lasciandoci accompagnare dalle invocazioni delle beatitudini, makarios, scelte in particolare in quella veglia, per invocare il dono della Pace.
Durante il percorso fatto in auto, tra stradine buie, per arrivare al santuario cattolico, il nostro cuore ha raggiunto una consapevolezza: questi nostri fratelli cattolici, ogni giorno sono chiamati a ‘rendere ragione della speranza che c’è in loro’ (cfr 1Pt 3,15), perché il confronto con i fratelli ortodossi, richiede un approfondimento delle motivazioni che sono alla base della fede di ciascuno. Partendo dall’isola, con ancora vivo lo sguardo gioioso dei nostri fratelli cattolici, ci siamo domandati come sostenerli, come aiutarli ad affrontare la grande crisi che ha colpito tutta la Grecia. Il turismo solidale è sicuramente una strada da poter percorrere.
Siamo partiti sottolineando la bellezza della diversità che ha caratterizzato la formazione della nostra piccola delegazione. La diversità come filo rosso ha attraversato tutto il cammino di questi giorni, tessendo l’esperienza dello Spirito che, ha donato di farci condividere, approfondire e gustare la bellezza della fede nel nostro Signore Gesù, tra di noi e con i nostri fratelli in Grecia.
Scarica il piano di gemellaggio
La delegazione Caritas Diocesana
Reggio Calabria-Bova