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Alle ore 19 di un fresco pomeriggio d’inizio Dicembre l’Arcivescovo reggino, col Segno di Croce, dava inizio, alla Solenne Concelebrazione Eucaristica nella festa liturgica – seppur posticipata di un giorno per la coincidenza della festa di san Nicola, Patrono della comunità parrocchiale.
Tocca all’Arciprete don Domenico Morabito porgere al Presule reggino il saluto con parole colme di gratitudine: “ Il filiale abbraccio in questo Suo particolare momento per la morte dell’amato fratello Franco – dice il parroco – anche noi, Eccellenza Carissima, ribadendo il grazie per l’attenzione e l’affetto che sempre riserva alla nostra comunità parrocchiale, desideriamo invocare il buon Dio affinché accolga tra le sue braccia l’anima di Suo fratello”.
All’omelia Mons. Morosini esordisce richiamando i diffusi sentimenti d’incertezza e d’instabilità che si respirano dovunque in Italia e le recenti polemiche legate al fare o non fare il presepio nelle scuole: “è colpa dei musulmani venuti nel nostro Paese se decidiamo di non far cantare nelle scuole, ai nostri ragazzi, canzoni natalizie che richiamino la nascita di Gesù, o è colpa del nostro modo di approcciarci alla Fede?”
E citando San Paolo e il suo monito a comportarsi “in maniera degna della chiamata che avete ricevuto”, padre Giuseppe esorta, in special modo i tanti giovani presenti, a “vivere la Fede come scelta d’impegno di vita.
Abbracciate i dieci Comandamenti, vivete il perdono, fatevi servi del prossimo, fuggite dall’imbroglio.
E soprattutto, non dimenticate mai che se la nostra Fede vacilla è perché siamo noi a metterla in discussione! Facciamo di tutto per non scivolare su una Fede per tradizione: che senso ha che i genitori chiedano il battesimo per il loro bimbo se poi loro stessi non s’impegnano ad educarlo alla Fede? Possa la nostra essere una Fede per convinzione!” Al termine del Divino Sacrificio, dopo la benedizione solenne segue la benedizione dei Paninelli di San Nicola e il bacio della Reliquia, Padre Giuseppe e don Domenico raggiungono, a piedi, “Casa Giunta”, il nuovo immobile così denominato per richiamare il cognome di chi lo fece edificare: i fratelli Giunta, facoltosi reggini dello scorso secolo!
Prima di spalancare le porte della struttura, Mons. Morosini dona al popolo gallinese una pungente meditazione: “state per visitare i nuovi locali: adesso tocca a voi trasformarli in luoghi di crescita umana, spirituale, culturale.
Spetta a ciascuno di voi il compito di animare ed educare le nuove generazioni all’interno di queste stanze. Però: piuttosto che usar tante parole, limitatevi all’esempio, colpisce di più!”
E all’ingresso del piano superiore, che ospiterà i laboratori dell’Oratorio Parrocchiale Shekhinah e le attività dell’ASCI – Esploratori e guide d’Italia, campeggia a caratteri cubitali una frase di Walt Disney … se puoi sognarlo, puoi farlo…
Possano, pertanto, i sogni di grandi e piccini, nati alla Fede all’ombra dell’Arcipretale campanile gallinese, divenir preziosi frutti per il presente e il futuro della collinare balconata sullo Stretto.
Antonio Marino