con i grandi quesiti che porta con se: Come veniamo chiamati? Quando? Perché il Signore chiama noi? E prima di noi, chi altri ha chiamato? Il backstage dell’Infiorata, è stato intenso, per la preparazione spirituale che l’ha caratterizzato. Testimonianze, lectio, incontri, condivisioni, memoriali veri e propri sul tema vocazione. Il motore dell’evangelizzazione si avvia con l’inizio dell’anno pastorale e trova nella solennità del Corpus Domini uno dei picchi più alti. I quadri sono stati pensati, realizzati e curati da tanti gruppi differenti per estrazione sociale, per appartenenza, per interesse, per vicinanza alla chiesa. Il grande tappeto fiorito ha dunque portato diversi messaggi, tutti legati dal filo vocazionale. Dalla pesca miracolosa a Madre Teresa di Calcutta, dai simboli Eucaristici al sacramento del Battesimo; il matrimonio ha incontrato il roveto ardente, incastonati al quadro della legalità che si intrecciava alla lavanda dei piedi. Tutto accolto nel grande abbraccio della Madonna di Porto Salvo, simbolo del paese per devozione e tradizione e dai 150 anni dell’Azione Cattolica, lente attraverso la quale è stato guardato questo tappeto fiorito. Un forte messaggio, trasuda da ogni singola foto: andare verso l’altro. La pioggia aveva tentato di scoraggiare, ma è stata letta come segno; la forza di un gruppo eterogeneo ma indissolubile, che ha continuato il lavoro con gioia instancabile. Le parole del parroco Don Antonino, sono state nella semplicità, dirette: «A cosa porta questo tappeto?» Alla porta della Chiesa! «Deve essere così questa strada per noi, non solo oggi ma tutte le domeniche».
Riportare lo straordinario all’ordinario, ricordare che Cristo ci viene incontro, lasciandoci la porta aperta e siamo noi a scegliere di raggiungerlo camminandogli incontro, su un tappeto di fiori, o tra rovi e spine, certi che al termine della strada lo troveremo li . La particolarità di questa manifestazione è che oltre al tradizionale passaggio del Santissimo, in processione sul tappeto fiorito, a fine giornata, la gente scalza, segue le orme di Cristo, verso la chiesa, facendo da eco tangibile alle parole di don Antonino. Le infiorate sono tante, tra le più antiche e le più note ma la voglia che anima questa, non è quella di superare in magnificenza le altre; questi 130 mt di tappeto vogliono parlare alla gente e ricordare che dietro una tradizione deve nascere sempre un forte messaggio di impatto religioso, ma soprattutto sociale. Ciò che rende suggestiva questa Infiorata è il clima che si respira, voluto dalla presidente di AC, mantenuto e curato da tutti coloro che insieme a lei operano in questa parrocchia, creando l’Infiorata più lunga di tutto il Sud Italia, ma soprattutto il gruppo di lavoro più coeso ed entusiasta che si possa ricercare. Si ringrazia il sostegno dei rappresentati locali e diocesani, intervenuti prima, dopo e durante la manifestazione: il nuovo presidente diocesano di AC Nico Chirico, il consigliere metropolitano Lamberti Castronuovo il consigliere regionale Battaglia, il consigliere comunale con delega ai grandi eventi Paris, l’assessore comunale Lucia Nucera, il consigliere metropolitano Demetrio Marino con delega al Turismo e il Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà. E il grande grazie finale, va a loro, i lavoratori instancabili, cuore pulsante di Gallico Marina, che sotto la sapiente guida del parroco Don Antonino Vinci e della Presidente di Ac Memè La Rocca, hanno portato a termine i lavori con gioia e fatica, nonostante le avversità, rendendo tutto questo possibile.
Elisa Surace