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“Vi è in atto una vera e propria emergenza umanitaria, e di fronte ad una precisa richiesta della Prefettura e degli Enti locali di strutturare servizi di prima accoglienza in particolare per i minori, con lo spirito di servizio che ha contraddistinto il percorso fatto, e su impulso del nostro Arcivescovo, abbiamo sentito il dovere morale e cristiano di non voltarci dall’altra parte, ma di pensare a risposte adeguate ai bisogni di queste persone”, ha detto il direttore di Caritas Don Nino Pangallo che ha promosso l’iniziativa insieme all’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, alla Parrocchia San Nicola di Bari, all’associazione Centro Reggino di Solidarietà (CE.RE.SO.) all’Associazione Abakhi ed alla Comunità Religiosa dei Padri Somaschi mettendo a disposizione alcuni posti letto per la “Prima Accoglienza di Minori Stranieri non Accompagnati” dislocati nei vari territori.
“Nello spirito che vede per noi sempre al centro la persona, abbiamo provato, in particolare – ha spiegato il sacerdote – ad immaginare e strutturare un modello che non privilegi i grandi numeri, come purtroppo altrove accade, e che invece preveda strutture a misura d’uomo, con piccoli gruppi e in spazi adeguati. Strutture che abbiamo come obiettivo offrire a questi ragazzi non solo un tetto, ma anche opportunità di crescita, e che si collochino sul territorio integrandosi con le comunità locali”.
Nella città calabrese dal 2014 sono arrivati oltre 40.000 migranti. Per far fronte a questo la diocesi, attraverso l’attività dei due uffici Pastorali Caritas e Migrantes, ha dato vita a un Coordinamento di Enti e Associazioni Cattoliche denominato “Coordinamento Diocesano Sbarchi” che opera con attività di esclusivo volontariato presso il Porto di Reggio Calabria durante gli sbarchi. “Abbiamo visto sguardi disperati ma anche pieni di riconoscenza: una semplice merendina, un sorriso, una doccia sono stati strumenti per entrare in relazione, per dire loro che nonostante tutte le difficoltà sono arrivati in una terra più accogliente e più sicura”.