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“I fenomeni illegali e criminali in questo ultimo periodo – ha aggiunto l’arcivescovo – sono aumentati. Abbiamo assistito a omicidi, attentati e gesti intimidatori. Sicuramente non è un segnale positivo per la città. Ho chiesto alla città di svegliarsi: dove andremo a finire in una situazione del genere ? Ho fatto appello all’onestà dei cittadini perché reagiscano e ho richiamato la criminalità organizzata affinché si ravveda”.
“Come vescovo – ha proseguito mons. Morosini – mi preoccupo perché questa separazione tra vita e fede diventa sempre più pietosa. Chi commette questi crimini talvolta è gente che si dice cristiana e che frequenta i sacramenti”.
“Il clima a Reggio Calabria – ha sottolineato l’arcivescovo – è apparentemente sereno e tranquillo, non usciamo con il giubbotto antiproiettile ma i giovani stanno scappando: non c’è lavoro, c’è stanchezza e la speranza è sempre proiettata al futuro e mai al presente. Da questo punto di vista la situazione è drammatica. La mafiosità è tollerare i piccoli soprusi ma anche parcheggiare la macchina in doppia fila creando fastidio a tutti senza preoccuparsi delle leggi fondamentali del vivere civile”.
“L’essere cristiani – ha concluso mons. Morosini – comporta che si cambi vita altrimenti la misericordia che celebriamo quest’anno è inutile e non ha senso. La misericordia senza la conversione non è pensabile. A chi compie questi gesti criminali dico: il clima di paura non fa bene a nessuno e credo neanche a loro. Questo dovrebbe spingerli a ravvedersi”.