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È apparsa la grazia di Dio, portatrice di salvezza per tutti gli uomini

natività

Nel momento in cui una di queste dimensione non viene toccata e come se l’uomo pretendesse di selezionare il mistero per farne un bene di consumo per soddisfare non il bisogno fondamentale della sua vita, ma la brama passeggera legata all’umore e alla moda del tempo. Da questa sottile deviazione nascono tante esperienze e iniziative che caratterizzano, come sempre, la fine di un anno che se ne va e l’inizio di un anno che viene, in cui anche chi non è credente viene coinvolto e che seguendo il linguaggio di oggi viene codificato con la sigla SDN (Spirito del Natale). Questo spirito del Natale è fatto da tante iniziative che possono andare da quelle più consumistiche come il cibo, i vestiti, i regali, per arrivare a quelle leggermente più “culturali-caritative” caratterizzate dai “buoni sentimenti”, come le recite scolastiche, i concerti, le cene in famiglia, il pranzo di natale per i poveri, come se questi mangiassero solo a natale, per darci la possibilità, ancora una volta di prendere coscienza e far vedere quanto siamo buoni. Non solo davanti ai nostri occhi, ma ormai spesso anche sulla nostra bocca il ritornello è sempre lo stesso: “A Natale puoi”, “Perché a Natale si deve essere più buoni”.
Davanti a tutto questo irrompe ancora una volta la Parola che uscita dal seno del Padre viene come luce per illuminare il nostro cammino e diventare, così com’è stata posta nella mangiatoia, nutrimento, perché non di solo buoni sentimenti vive l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Questa parola ci viene offerta come dono grande nella celebrazione eucaristica che in occasione del Natale “si fa in tre” e caratterizza la messa della notte, quella dell’aurora e quella del giorno, in questo modo dà a tutti i fedeli la possibilità di entrare nel mistero, di farlo in modo diverso, e disegna un cammino in cui l’uomo è Dio possono incontrarsi e finalmente camminare insieme. Come, infatti, scrive il profeta Isaia al popolo che camminava nelle tenebre fu mandata una grande luce: «E Dio disse: “Rifulga la luce dalle tenebre”, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere nei nostri cuori la conoscenza della gloria di Dio sul volto di Cristo» (2Cor 4,6). Così è apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini che ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà, in questo mondo. Egli ha dato sé stesso per noi per riscattarci da ogni iniquità e per formarsi un popolo che gli appartenga, zelante nelle opere buone.
E il verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi, e si presenta, per la prima volta, come un bambino avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia. Quei buoni sentimenti che “lo spirito del Natale” vuole suscitare non sono frutto di un fare umano che in quindici giorni decide di essere più buono, ma dono esclusivo e gratuito del Signore nostro Gesù Cristo che da ricco che era si è fatto povero per noi, perché noi diventassimo ricchi per mezzo della sua povertà. Conoscete e accogliete, dunque la grazia di Cristo! Poiché, come ci ricorda Paolo nella lettera a Tito riportata dalla liturgia nella messa dell’aurora, “Quando si sono manifestati la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per la sua misericordia. La gioia che gli angeli annunciano ai pastori, non nasce da un fare umano, come tante volte pensiamo e ci illudiamo, l’uomo al massimo può decidere come esprimere tale gioia, ma essa ha come fonte la nascita del Salvatore. Con il Natale di Cristo la gloria di Dio attraverso la gioia annunciata diventa pace per gli uomini che Egli ama e attende la risposta personale e libera di ogni “pastore” che è capace di dire: “Andiamo e vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere”. E quando torneremo nelle nostre case allora, e solo allora, avrà senso stare con i nostri cari, per lodare con loro Dio per quello che abbiamo visto e udito. Perché il verbo si è fatto carne e a quelli che l’hanno accolto ha dato la possibilità di diventare figli di Dio e di vivere come fratelli.