L’arcivescovo di Reggio Calabria – Bova, in occasione della Domenica delle Palme, ha invocato nuovamente la Pace, invitando i fedeli a porsi alla sequela di Cristo, durante i due tradizionali momenti che la comunità diocesana ha vissuto, attorno al suo Pastore, prima nella piazza antistante la Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo in Sant’Agostino, poi in Cattedrale, dove ha avuto luogo la Celebrazione liturgica.
Durante la Statio in piazza Sant’Agostino, l’arcivescovo metropolita di Reggio Calabria – Bova, monsignor Fortunato Morrone ha condiviso, con i numerosi fedeli intervenuti per la benedizione delle palme e dei ramoscelli d’ulivo, una riflessione sul bisogno di pace. Morrone ha proposto proprio l’immagine dell’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme che si celebra la Domenica delle Palme. Un ingresso, però, diverso da quello di un imperatore, al cui passaggio i sudditi solevano stendere il mantello in segno di sottomissione.
Gesù fa il suo ingresso a Gerusalemme in dorso ad un puledro sul quale i discepoli hanno poggiato i loro mantelli. Un gesto dall’alto contenuto simbolico. Su quel cavallo, infatti – ha spiegato Morrone, idealmente ci sono i discepoli, c’è l’umanità. «È come se dicessero – ha detto ancora l’arcivescovo – siamo con te Signore, vogliamo cavalcare con te. Tu sei il re della Pace ed entri a Gerusalemme, la città della Pace. Vogliamo vivere con te. La nostra dignità non è il dominio, ma il servizio della Pace, per questo vogliamo cavalcare con te».
«Tuttavia capita, purtroppo – ha aggiunto il presule – che lungo la strada, a volte, stendiamo i mantelli sotto gli zoccoli del puledro. Il Signore questo non lo vuole, non ci vuole sottomettere. Ci vuole con lui, su quel puledro, cavalcare fino in fondo lungo la via della Pace».
«Non ci può essere pace senza legalità» ha detto ancora monsignor Morrone nel suo messaggio per la Domenica delle Palme, il quale ha aggiunto: «Non c’è pace senza concordia, non c’è pace senza misericordia. Signore, vogliamo stare con te, perdonaci se pensiamo che tu ci sottometti. Vogliamo stare dalla tua parte, con te, vogliamo fare parte di te. Per questo, adesso, ci incamminiamo dietro di te, fino in fondo. Aiutaci a superare le nostre debolezze, la nostra incostanza».