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Discernimento e preghiera nell’anno dedicato alle vocazioni

sant'antonio

L’evento si è aperto con l’adorazione Eucaristica “Gesù chi-ama”, tempo di preghiera rivolto per le vocazioni alla vita consacrata e sacerdotale: lo stile vocazionale di Gesù è sempre sorprendente, egli scruta il cuore di ogni discepolo e per ciascuno ha un progetto di vita.
Durante l’incontro con i giovani, il dibattito è stato provocato attraverso le parole di Papa Francesco: “Siate forti, superate l’apatia, imparate ad essere modelli nel parlare e nell’agire. Siate costruttori dell’Italia, mettetevi a lavoro per un’Italia migliore, non guardate la vita dal balcone, ma immergetevi nell’ampio dialogo sociale- politico. Le mani della vostra fede si alzino verso il cielo ma lo facciano mentre edificano una città costruita su rapporti in cui l’amore di Dio è il fondamento, così sarete liberi di accettare le sfide dell’oggi, di vivere i cambiamenti e le trasformazioni”.
A seguire è stato proiettato il video, realizzato da Marco Montemagno, imprenditore del mondo dei media, dove sottolineava la difficoltà di rispondere alla domanda: “ Cosa vuoi fare da grande? E’ una domanda che presuppone una risposta e ti aspetti che arrivi il postino con una busta magica che la contiene. La soluzione a questa domanda è quella di cancellare a monte la domanda perché tu sei già grande in ogni contesto, che tu sia all’asilo, alle elementari, al liceo, tu sei già grande in quel momento e in ogni momento cerchi di capire qual è la tua direzione personale, lavorativa, complessiva come essere umano. Come? Sperimentando, conoscendosi e capendosi ogni giorno di più”. Queste provocazioni hanno suscitato nei giovani la domanda: “Come si fa a non cadere nell’apatia se si vive nell’incertezza?”. Confrontandosi con i seminaristi è stato sottolineato che nella vita è necessario che ci siano dei dubbi, poiché sono forza positiva per interrogarsi su quello che è il progetto di Dio per ognuno di noi. È vivendo nella certezza che si cade nell’apatia e nella monotonia quotidiana mentre sono i dubbi che stimolano la passione della vita. Attraverso una dinamica di animazione i giovani sono stati invitati a essere “ORA” costruttori della propria vita: se si riempie la propria vita con ciò che consideriamo veramente importanti, sicuramente queste avranno lo spazio necessario e ci sarà spazio anche per tutte le altre cose non essenziali; al contrario, se si darà la precedenza alle cose superflue, rischiamo poi di non avere più sufficiente spazio per ciò che è più importante.
Inoltre, l’equipe vocazionale ha incontrato i ragazzi del catechismo facendoli riflettere che molte volte il sogno dell’uomo non corrisponde al sogno di Dio che ha per ciascuno. È importante riconoscere nella propria vita il progetto di Dio che è il solo che ci conduce alla gioia piena. Infine, ha incontrato il movimento laicale orionino e le famiglie, dove si è riflettuto sull’importanza della preghiera e dell’impegno del laico nella pastorale vocazionale ed è l’invito che si rivolge a ciascun cristiano come ci suggeriva San Luigi Orione: “Per le vocazioni quanto camminare! Ho salito tante scale: ho battuto a tante porte! E Dio mi portava avanti come il suo straccio. (…) E avrei a grande grazia, se Gesù volesse concedermi, per le vocazioni, di andare mendicando il pane sino all’ultimo della vita.(…) Chi non vorrà aiutarmi? Fatemi questa carità, per l’amore di Dio benedetto!”.
Francesca Pasquini e Marialuisa Celesia